Devil May Cry 5 arriva a ben 11 anni di distanza dal quarto capitolo e ci presenta Nero e Dante alle prese con un albero demoniaco che ha iniziato ad uccidere gli esseri umani assorbendo il loro sangue: al suo interno risiede il re dei demoni Urizen, che vuole ottenere il potere assoluto. I due si mettono sulle tracce di questo essere accompagnati da un misterioso ragazzo chiamato V, che sembra sapere molte cose su quello che sta succedendo.
Il gioco ci mette subito nei panni di Nero, al quale viene strappato un braccio da una misteriosa figura incappucciata. Privo di un arto dovrà comunque riuscire a farsi strada tra le orde demoniache con l’aiuto di svariate protesi meccaniche chiamate Devil Breaker, sbloccabili nel corso dell’avventura, ognuna con abilità diverse che Nero potrà intercambiare durante i combattimenti per dare vita ad incredibili e spettacolari combo. Saremo inoltre armati del revolver Blue Rose e la spada motorizzata Red Queen, che ci permetteranno un approccio molto classico rispetto ai giochi precedenti e soprattutto utile ai nuovi giocatori per capire le meccaniche di base e le combo tipiche.
Veniamo poi introdotti a V, che rappresenta un unicum nella serie: lui è l’unico personaggio che non combatte fisicamente, ma controlla dei famigli in battaglia. Tra questi ci sono: Griffon, un rapace in grado di sferrare attacchi ad area e a distanza, che inoltre permetterà a V di spostarsi con una piccola planata nell’arena; Shadow, una pantera che attacca gli avversari in mischia trasformando gli arti del suo corpo in lame; infine Nightmare, un enorme golem che si muove autonomamente arrecando ingenti danni a tutta l’area circostante il punto in cui viene evocato. Da sottolineare che V generalmente si premurerà soltanto di finire i nemici storditi dai suoi alleati. Sicuramente l’aggiunta di uno stile di combattimento così peculiare ha arricchito ulteriormente la già enorme varietà di approcci offerta dai vecchi giochi, ma c’è da dire che i combattimenti con V sono davvero i più semplici da affrontare, anche perché è difficile che i nemici riescano a colpirci.
Soltanto in ultima battuta prendiamo controllo di Dante, una scelta oculata da parte degli sviluppatori, visto che il leggendario cacciatore di demoni ha un arsenale e un moveset enormemente più vari rispetto agli altri due personaggi e quindi richiede una maggior pratica per essere gestito al meglio. Le armi di Dante sono davvero assurde e permettono di creare tecnicismi a dir poco mozzafiato.
Per quanto riguarda la trama nuda e cruda non c’è molto da dire, stiamo pur sempre parlando di un hack and slash che pone al centro dell’attenzione il gameplay, motivo per cui tutto si riduce quasi ad un mero pretesto per menare le mani. Però sono state inserite numerose chicche per chi conosce la saga ed in un certo senso il finale, pur essendo molto prevedibile fin dalle prime fasi del gioco, riesce ad offrirci non poche sorprese e bei colpi di scena. Per chi non fosse molto addentro alla storia di Devil May Cry, c’è anche un riassunto dei capitoli precedenti, in modo da non correre il rischio che qualche giocatore possa perdersi nelle nuove vicende (capito Kingdom Hearts 3?).
Se dovessi descrivere il gioco con due parole direi “stile” ed “arroganza“. Proprio come ogni Devil May Cry, il gioco non si prende per niente sul serio e ci sono continui ammiccamenti a vecchi eventi degli scorsi titoli; i personaggi ne sono consapevoli e spesso si dilettano in dialoghi quasi metanarrativi dove ce lo fanno notare. Sono anche numerose le strizzate d’occhio al prequel DmC: Devil May Cry (sviluppato da Ninja Theory), preso come fonte d’ispirazione per alcune meccaniche e lo stile di alcuni scontri, il che mi ha fatto davvero piacere, vista l’incredibile profondità che presentava quel titolo a livello di combat system. A proposito dei personaggi, questi sono terribilmente carismatici e iconici e faranno sicuramente la gioia dei fan.
Il gioco si articola in 20 missioni, alcune delle quali giocabili nei panni di più personaggi, che consistono nell’andare da un punto A ad uno B falciando le infinite ondate di nemici che ci si pareranno davanti, esattamente quello che mi aspettavo da un DMC. La varietà dei demoni però è un po’ scarsina e a lungo andare potrebbe diventare ripetitivo affrontare sempre gli stessi 6/7 nemici. Tutt’altra storia invece per i boss, ognuno molto differente dagli altri con degli attacchi unici e moveset appariscenti e spettacolari al punto giusto. Ci troveremo ad affrontare un boss ad ogni fine missione per un buon totale di nemici enormi da far soffrire.
I combattimenti si presentano a schermo quasi come delle danze, nelle quali i nostri avatar virtuali si divertono a decimare e a canzonare, senza troppi complimenti, ogni temibile demone che intralcia la loro strada. Se non ci faremo colpire e se i nostri combattimenti risulteranno abbastanza spettacolari l’indicatore delle combo aumenterà di punteggio raggiungendo infine la leggendaria SSS (Smokin’ Sexy Style!), che oltre a gratificare già il giocatore aumentando gradualmente il volume della musica, al termine della missione lo premierà con un maggior numero di gemme rosse. Quest’ultime costituiscono la valuta di gioco e ci permetteranno di acquistare potenziamenti sia per le abilità dei singoli personaggi che per le loro armi, inoltre con le gemme sarà possibile acquistare sfere blu e rosse, grazie alle quali potremo aumentare rispettivamente la barra della vita e quella del Devil Trigger, un’abilità posseduta solo dai demoni in grado di ripristinare parte della nostra salute e aumentare notevolmente il moveset dei personaggi, nonché i danni da essi causati.
Da segnalare che per la prima volta nella saga è presente una, seppur accessoria, modalità online che ci permette di vedere altri giocatori impegnati nel nostro stesso livello, al termine del quale sarà possibile valutarli ed essere valutati sempre con lo scopo di ottenere gemme extra. Una novità tutto sommato carina che non aggiunge o toglie niente al gameplay del gioco.
Mentre scrivo, Capcom ha anche annunciato che dal 1° aprile verrà implementata gratuitamente, per mezzo di un aggiornamento, la modalità survival Bloody Palace.
Il RE Engine ha permesso agli sviluppatori di creare delle animazioni incredibili per i personaggi, che possiedono una mimica facciale e dei movimenti iperrealistici impressionanti; sarà un piacere per gli occhi vedere Nero e gli altri intenti a fracassare demoni. A parte questo, complessivamente il gioco non offre un grafica strabiliante (ed effettivamente non se ne sente troppo la necessità), ma quel che conta è che rimane stabile sui 60fps anche sulla versione standard di PS4, permettendoci di effettuare tutte le combo che vogliamo senza perdere nemmeno un frame, cosa che in un titolo genere sarebbe stata frustrante.
Il level design non brilla certo per complessità e il più delle volte ci troveremo davanti ad un rettilineo con poche deviazioni, ma in fin dei conti rendere i livelli troppo intricati avrebbe svilito il senso stesso del gioco, che punta a tenere sempre viva la nostra attenzione e farci salire l’adrenalina con scontri concitati e ravvicinatissimi. In quanto all’impatto visivo, nella prima metà dell’avventura le ambientazioni appaiono ispiratissime e molto varie, mentre nella seconda diventano tutte un po’ troppo simili tra loro per omologarsi ad un non meglio identificato regno demoniaco, rendendo quest’aspetto sicuramente meno interessante.
Le sonorità industrial e aggrotech della soundtrack, alle quali la saga ci ha abituato, si amalgamano perfettamente con il mood generale del titolo e caricano al punto giusto il giocatore nelle fasi più concitate dei combattimenti. Ogni protagonista ha la sua colonna sonora personalizzata, che riesce a rispecchiare il suo stile di combattimento e la sua personalità, ma è anche possibile assegnare ad ognuno di loro i brani che più ci piacciono attraverso il menù gioco. Sempre nel menù, inoltre, è presente una galleria in cui goderci in tranquillità tutta la soundtrack ed osservare i bozzetti dei personaggi, delle armi e dei demoni.
Devil May Cry è tornato in grande stile e non delude. Assieme a Monster Hunter World e il remake di Resident Evil 2, Devil May Cry 5 segna una nuova rinascita per Capcom, che dopo un periodo di magra sta finalmente inanellando un successo dietro l’altro, quindi non ci resta che augurarci che continui su questa strada.
Un ringraziamento speciale ad Halifax Italia
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