Si è da poco conclusa la seconda stagione di Galavant, lo show della ABC che mescola musica, comicità e fantasy medievale. Lo show, rimasto a lungo a rischio cancellazione dopo la prima serie, ha ottenuto il rinnovo letteralmente a furor di popolo, grazie a tutti quei fan che hanno chiesto a gran voce di non chiudere la serie. Ma è davvero valsa la pena di sollevare un simile polverone per convincere un network ad investire in qualcosa che, apparentemente, non ha nemmeno portato a grandi ascolti, e che forse non ripeterà il clamore già ottenuto?
Ma prima di rispondere a questo quesito esistenziale senza scomodare numeri 42 citati a caso, partiamo dall’inizio: cos’è Galavant?
Galavant è, essenzialmente, un musical a puntate di genere comico, ambientato in un “classico” medioevo fasullo dai tratti fantasy.
La trama della prima stagione si apre con la più canonica delle trame: l’eroico Galavant parte a salvare la sua amata Madalena, rapita dal crudele re Richard che sta per costringerla a sposarlo. Un incipit che non ha nulla di nuovo, ma che evolverà rapidamente in scenari più inaspettati, e porterà alla fine a quella chiusura di stagione che ha fatto scatenare i fan fino ad ottenerne una nuova.
C’è da dire che le sorprese in Galavant non si trovano tanto nella trama generale, quanto nelle situazioni: le interazioni tra i personaggi, la reinterpretazione di trovate di scena banali, la rottura ricorrente della quarta parete e i riferimenti sparsi tra battute e canzoni sono la vera forza della serie, che raggiunge picchi di vera genialità; inoltre, il lato tecnico dei pezzi cantati, incluse le coreografie, è davvero ottimo.
I personaggi sono stati un’altra rivelazione: basati su cliché che possono essere ben riconosciuti ma comunque originali grazie al contesto, ben interpretati, insieme funzionano alla perfezione. Anche i personaggi minori trovano il loro spazio senza sembrare pesanti e regalando momenti di puro divertimento. Anche perché è difficile trovare pesante qualcosa, quando ogni episodio dura circa 20 minuti. E vi assicuro che, in quei 20 minuti, ne succedono di cose.
Insomma, la prima stagione è stato un vero – anche se piccolo – fenomeno. La seconda è riuscita a mantenersi sul pezzo?
Assolutamente sì.
Assolutamente sì all’infinito.
Anzi, questa stagione è stata anche migliore di qualsiasi pronostico, come solo una stagione che esordisce con un episodio intitolato “A New Season aka Suck It Cancellation Bear” può essere – e ditemi se un titolo del genere non vi suggerisce già da solo che Galavant è tutto da amare.
La freschezza della serie si è mantenuta, il cast non ha perso verve, i personaggi evolvono e i nuovi pezzi musicali vi assicurano giorni e giorni di canzoncine che non se ne vanno dal cervello. La trama si evolve a partire da dov’era stata lasciata e questa volta assume toni sempre più fantasy in un crescendo di eventi “epici”; ovviamente restando fedele allo stile umoristico della serie ed entro i limiti del budget, ma il risultato è comunque migliore che in molti telefilm e film “seri” dello stesso genere.
I riferimenti, e a volte le plateali parodie, contenuti nelle canzoni di questa stagione sono molteplici: si passa da musical famosi come Grease, West side story e Les Miserables, al mondo del pop con sound alla Madonna, a film Disney (siamo pur sempre sulla ABC) come Pocahontas, Biancaneve, Mary Poppins e La Sirenetta. La stagione può anche contare sulla comparsata di alcune guest star come Kylie Minogue, Sheridan Smith e Al Yankovic, già comparso nella prima stagione e tornato sul set.
Il finale della seconda stagione ha avuto, forse, anche più risonanza rispetto a quello della prima, ed i fan si stanno già mobilitando per chiedere una terza stagione, dato che la serie pare di nuovo a rischio.
Ma né i bassi ascolti né un’eventuale cancellazione possono mettere in dubbio la qualità dell’intera serie, che io ho evitato accuratamente di descrivere più nei dettagli perché consiglio caldamente a tutti voi di guardarla e voglio lasciare che ve la godiate coi vostri occhi. Ho anche evitato di aggiungere troppe immagini perché anche la più banale mi sembrava già uno spoiler e non volevo rovinare nessuna sorpresa (sono troppo una brava ragazza). Sia che non amiate i musical, sia che non amiate il genere fantasy, vi assicuro che Galavant merita di essere visto, e che con molta probabilità diventerà la vostra eccezione.
La serie non è ancora arrivata in Italia, ma è facilmente reperibile anche sottotitolata.
Adesso vi lascio con una preview: il tema iniziale della serie che ha conquistato i cuori di tante persone. Mentre ve lo godete, io continuerò a mandare mail alla ABC e a firmare qualsiasi cosa serva per portare sugli schermi una terza stagione, e vi assicuro che non ho mai fatto una cosa del genere in vita mia. Ma per Galavant questo e altro.
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