Parlare in maniera tecnica ed oggettiva di un’opera, come sono solito fare in questo tipo di articoli, stavolta risulterà più difficile del previsto, proprio a causa della natura particolarmente sperimentale ed emozionale del nuovo fumetto di Giulio Rincione, dal titolo Condusse Me. Chiedo quindi scusa ai lettori per la parzialità e la soggettività che caratterizzerà queste righe.
Il disegnatore palermitano porta avanti la sua collaborazione quasi decennale con Shockdom, pubblicando sotto quest’importante casa editrice italiana la sua ultima fatica. Condusse Me è una raccolta di racconti, in parte autobiografici e in parte visionari, che in una continuità cronologica e una logica confuse parlano al lettore di cambiamento ed emancipazione. Egli dovrà infatti dedicare molto spazio all’interpretazione di enigmatiche ed evocative immagini che gli si presenteranno davanti durante la lettura.
I 5 racconti, pur potendo essere letti in maniera autonoma data la loro natura apparentemente autoconclusiva, sembrano parlare di un percorso formativo del protagonista (forse lo stesso autore), della sua emancipazione e della sua autoaffermazione, quindi leggere l’opera per intero diventa obbligatorio se la si vuole comprendere appieno.
Più che affidare la narrazione ai dialoghi, enigmatici e a prima vista confusi, viene dato pieno potere alla forza immaginifica dei disegni che, oltre ad essere estremamente fiabeschi e grotteschi, sono colmi di simboli, che rievocheranno nella mente dei lettori più attenti immaginari fantascientifici e religiosi. Ogni dettaglio delle vignette assume un ruolo centrale che assurge alla comprensione dei più livelli di lettura forniti.
I colori, quasi a tinte unite, riescono ad esprimere le emozioni legate ai personaggi che vediamo su carta, anche se forse quelli predominanti sono il marrone e il blu, che si legano perfettamente alla tristezza e alla alessitimia, gli stati d’animo principali dei due protagonisti.
I personaggi del fumetto cercano continuamente di cambiare il loro essere, di evolversi, e ci riescono solo grazie al confronto con loro stessi e il superamento delle paure ataviche che li caratterizzano. Bisogna tagliare i legami con il passato per evolversi.
In Condusse Me c’è molta filosofia, o meglio si pongono molte domande esistenziali alle quali non sempre si vuole o si può dare una risposta. Proprio a causa di questo suo aspetto alcuni lettori potrebbero trovarlo inconcludente o inutilmente ermetico. Sicuramente Rincione ci ha abituati a questo modo di narrare il mondo interiore e negli anni si è anche conquistato una solida fanbase capace di apprezzarlo molto, ma indubbiamente questo non è un fumetto mainstream capace di accontentare tutti i palati.
La società ci impone uno standard da rispettare, ci lega ad essa tramite un tubicino e ci illude con la bellezza effimera di un fiore. Sicuramente sono pochi i fumettisti nostrani che possono vantare un talento tale nell’esprimere i propri sentimenti tramite la nona arte e finora Giulio Rincione è sempre riuscito a non deludere le aspettative dei suoi fan. Attendiamo impazienti la sua prossima opera.
Un ringraziamento speciale a Shockdom
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