Aggretsuko – stagione 2

Non fatevi trarre in inganno dal design adorabile e i colori sgargianti: Aggretsuko non è una serie animata per i più piccoli. Il motivo non è legato a volgarità o violenza (totalmente assenti), ma ai temi trattati e all’ambientazione quanto mai realistica, che la rendono perfetta per quel pubblico di giovani che si affacciano (o sono già dentro) al mondo del lavoro e si confrontano con le difficoltà della vita adulta.

Con la leggerezza e l’umorismo che contraddistinguono la serie, questa seconda stagione di Aggretsuko (disponibile sempre su Netflix) ci ripropone i personaggi già incontrati e ne introduce di nuovi per esplorare più a fondo tematiche già accennate, alcune delle quali esacerbate dal contesto lavorativo giapponese, ma a cui tutti noi riusciamo in qualche misura a relazionarci.

Al termine della prima stagione, avevamo lasciato la protagonista Retsuko con una maggiore consapevolezza di sé e dei suoi desideri, sia nell’ambito lavorativo che in quello affettivo. I dieci episodi si erano conclusi con una nota positiva, grazie anche alla coraggiosa decisione nel finale di porre fine ad una relazione amorosa non sincera, così come a quella di non arrendersi nel lavoro (pur nel rispetto delle rigide regole comportamentali richieste nell’ambiente lavorativo giapponese). Ma la giovane panda rossa è ben lontana dall’aver risolto ogni problema e dilemma della sua vita.

Veniamo riportati bruscamente nella vita di Retsuko con due nuovi personaggi pronti a sconvolgerla: da una parte la sua invadente ed insistente madre, e dall’altra Anai, ragazzo appena assunto che viene affidato alla sua guida.

Il giovane che Retsuko ha il compito di formare inizialmente sembra diligente e pronto ad imparare, ma presto svela comportamenti maniacali e ossessivi, inviandole numerose email notturne nelle quali minaccia di denunciare i suoi abusi di potere e dove ogni parola sembra semplicemente frutto di equivoci e mancanza di comunicazione. Ai vani tentativi di Restuko di discutere faccia a faccia per chiarirsi, Anai continuerà a ostentare un comportamento e un vocabolario ineccepibili per qualcuno che si rivolge a un superiore, senza però andare oltre il muro di incomunicabilità venutosi a creare.

Questo personaggio fa emergere più di ogni altro un aspetto controverso della cultura giapponese, il tatemae, letteralmente “facciata“: questa parola racchiude una serie di comportamenti e di vocabolario da tenere per rimanere sempre cortesi ed evitare una qualsiasi situazione apertamente sconveniente. L’esasperazione del mantenere a tutti i costi questa “facciata” fa sì che si crei una spiacevole situazione di incomunicabilità da entrambe le parti, apparentemente senza uscita.

Se la situazione in ufficio non è rosea, non è da meno quella nella vita privata. Decisa a trovarle a tutti i costi un marito, la madre di Retsuko fa letteralmente irruzione nell’appartamento della figlia (che difatti chiama la polizia convinta che un ladro abbia scassinato la porta di casa), munita di una lista di potenziali mariti. Fra scene divertenti e situazioni imbarazzanti, verranno approfonditi e mostrati sotto una nuova luce personaggi minori come Kabae, donna di mezza età sempre sul pezzo con i pettegolezzi dell’ufficio, della quale vedrà per la prima volta l’aspetto di madre e che saprà rivalutare e guardare sotto una luce diversa.

Anche l’amicizia con le brillanti donne in carriera Washimi e Gori viene esplorata maggiormente, mostrando alcune crepe. I dilemmi già vissuti precedentemente dalla panda rossa tornano a galla, questa volta con un risvolto più importante: Retsuko deve fare i conti una volta per tutte con quelli che sono realmente i suoi desideri e realizzare l’ardua impresa di distinguerli dalle pressioni della società, a partire dalle aspettative della madre.

Nella ricerca di una sua dimensione di libertà, Retsuko si iscrive a una scuola di guida, ed è qui che incontra il misterioso e stravagante Tadano. Nonostante la sintonia che si crea immediatamente fra i due, Retsuko negherà inizialmente la sua attrazione per Tadano perché convinta che questi sia uno sfaticato senza lavoro. Il divario fra apparenze e realtà si ripropone così più volte nel corso dei 10 nuovi episodi, e questo interessante personaggio in particolare dà vita a nuove esilaranti situazioni dove l’impatto dei social media e i giudizi affrettati la faranno da padrone nella narrazione.

Dando maggiore spessore ai suoi bizzarri personaggi, Aggretsuko si riconferma una serie ricca di spunti di riflessione, e molto più di un semplice sipario comico che vede un panda rosso cantare death metal. Questa seconda stagione affronta una moltitudine di temi delicati, che spaziano dalla complessità delle relazioni umane alle difficoltà del lavoro e l’età adulta, tutto questo riuscendo a strappare anche tante risate.