Border – Creature di confine

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Ora che CG Entertainment l’ha pubblicato in DVD e Blu-ray, ho avuto finalmente modo di recuperare Border – Creature di confine, film che al suo arrivo nelle sale italiane a marzo di quest’anno è passato abbastanza in sordina, ma che è stato premiato in diversi festival e ha ottenuto persino una nomination per il miglior trucco agli Oscar.

Protagonista della pellicola, diretta da Ali Abbasi, è Tina, un’agente della dogana svedese. La donna sembra essere affetta da un qualche problema genetico, ha un aspetto quasi deforme che non faticheremmo a definire grottesco, ma al contempo è dotata di una grande capacità: quella di fiutare letteralmente emozioni come il senso di colpa, la vergogna o la paura, che potrebbero essere la conseguenza di attività illegali. Questo le permette di scoprire crimini anche gravissimi perpetrati dai soggetti più insospettabili.

Un giorno però le si para davanti un uomo dai tratti simili ai suoi, chiamato Vore, che manda in tilt i suoi sensi. Ha qualcosa che non va, ma il suo olfatto non riesce bene a capire cosa, tutto in lui sembra emanare qualcosa di sospetto, eppure dalla perquisizione risulta pulito. Tina ancora non sa che quest’incontro è destinato a cambiare completamente la sua vita.

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Border è un film strano, a tratti sperimentale, difficile da inquadrare in maniera netta. Sa essere rivoltante ma anche dolce, mette a disagio ma può anche dare conforto. Spesso la voglia di scioccare lo spettatore tende a limitare l’efficacia di alcune tematiche che tratta, però prestando bene attenzione, andando un po’ sotto la superficie, è possibile comunque coglierle.

A mio parere l’argomento che riesce di più ad andare a segno all’interno di questa storia è quello dell’autoaccettazione, strettamente collegato a discorsi sul pregiudizio e la discriminazione. Tina ha passato tutta la sua vita credendo di essere un mostro, un errore della natura, e ciò si è riflettuto sulla sua autostima portandola a subire passivamente alcune situazioni, come un compagno sfaticato e scroccone di cui non vuole sbarazzarsi per paura di rimanere sola. Dopo aver conosciuto Vore, un po’ alla volta inizia a prendere consapevolezza della propria natura scoprendo che in lei in realtà non c’è nulla di male, è solo che l’hanno sempre forzata ad essere qualcosa che non era.

Marginalmente è presente anche il tema dell’immigrazione, evidentemente caro al regista Abbasi dal momento che è un iraniano naturalizzato svedese.

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Un grande punto di forza di Border però risiede sicuramente nel suo immaginario, nel modo sorprendente in cui rielabora elementi del folklore scandinavo inserendoli in un mondo apparentemente normale, dando vita a un’insolita ma affascinante favola dark. Per tutta la durata del film si respira un’atmosfera da horror d’altri tempi, mescolata a un che di fantasy, coadiuvato senza dubbio dalle verdeggianti location svedesi.

Non stupisce la candidatura agli Oscar per il miglior trucco, dal momento che qui sui personaggi è stato svolto un lavoro di trucco prostetico eccezionale: nel loro essere strani, Tina e Vore risultano estremamente credibili, che in questo caso è fondamentale per far sì che la storia funzioni a dovere. Solo la CGI fa storcere il naso in alcuni momenti, ma ce n’è davvero poca.

Una menzione speciale va alla colonna sonora: nulla di memorabile, ma i brani accompagnano sempre benissimo le scene e il tema principale è molto bello.

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Border – Creature di confine è un film atipico e affascinante, anche coraggioso se vogliamo, ma non pienamente riuscito. Soprattutto a livello di tematiche avrebbe potuto colpire più a fondo, più duramente, così da lasciare davvero un segno al termine della visione.

Per quello che è il risultato finale, il film richiede una particolare sensibilità per poter essere apprezzato, mentre lo spettatore medio tenderà a bollarlo come “brutto”. Questo è il tipico film che piace molto alla critica e meno al pubblico. Un vero peccato perché per alcuni aspetti non ha troppo da invidiare a prodotti più o meno affini, ma ben più noti, come Carnival Row o Bright.

L’edizione Blu-ray purtroppo mi ha deluso per l’assenza di materiale extra (al di fuori del trailer), che di solito per me costituisce un grande incentivo all’acquisto dell’home video. Nulla da dire invece sulla qualità audiovisiva: se volete recuperare il film fatelo in questo formato, che vi garantirà di godere al meglio delle sue atmosfere.

Un ringraziamento speciale a CG Entertainment

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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