Desolation Club vol.1 – Nuovo Mondo Antico è il primo di due volumi della nuova miniserie SaldaPress creata da Lorenzo Palloni (vincitore del premio Gran Guinigi 2019 come miglior sceneggiatore per La Lupa, da noi recensito qui) e Vittoria “VicMac” Macioci. Si presenta come un fumetto molto veloce ed immediato che catapulta il lettore nel vivo dell’azione già dalle primissime pagine, concedendogli solamente qualche attimo per ambientarsi e carpire qualche informazione basilare per comprendere il mondo in cui si muovono i protagonisti.
Il mondo ideato da Lorenzo Palloni (ovviamente non ancora del tutto svelato in questo primo volume), è ambientato 500 anni dopo un evento catastrofico, ovvero il giorno in cui la gravità scomparve dalla Terra.
La magica atmosfera creatasi nella premessa, piena di pathos, rappresentata con tavole evocative e ben strutturate da parte della Macioci, viene brutalmente interrotta dall’inizio della narrazione vera e propria: i protagonisti sono ragazzini in età scolastica (nei fumetti di ogni genere è sempre difficile quantificare le età dei giovanissimi se non detto espressamente, ma mi permetterei di collocarli tra i 13 ed i 15 anni) in visita fra vecchie rovine insieme alla classe e subiscono immediatamente un ennesimo richiamo a causa della loro condotta.
Nelle prime venti pagine vengono presentati un minimo di contesto, i quattro protagonisti, il loro carattere e qualche parte essenziale del loro background a livello familiare. Dopo questo velocissimo approfondimento, la narrazione già decisamente spedita subisce un’ulteriore impennata nel ritmo, forse fin troppo repentina, perché al lettore vengono prospettate un susseguirsi di situazioni che sono tanto immediate quanto improbabili, eppure necessarie per la storia, permettendo il “completamento” del gruppo con il quinto elemento.
Il gruppetto è un po’ l’emblema dei ragazzi diversi, emarginati, che si sentono vincolati dalle catene della società, ognuno con la sua storia e legato a uno o più stereotipi: la ragazza più cicciotta sempre sulla difensiva e tendenzialmente aggressiva, la figlia di una coppia benestante ma gay che cerca il proprio posto nel mondo senza essere agevolata, il povero sfigato allontanato da tutti senza neanche capire il perché… insomma, la rappresentazione se non di chi eravamo nel periodo adolescenziale, probabilmente di qualcuno che abbiamo conosciuto. Ragazzi “particolari” ma sicuramente non cattivi, accomunati dal sentimento di oppressione causato da una società rigida, che non permette crescita e soprattutto non risponde alle loro domande.
Varie situazioni e contesti spingeranno gli amici ad una improbabilissima fuga dalle forze dell’ordine, con esiti talmente negativi che l’unica soluzione per evitare una pena severissima sarà quella di fuggire di casa, andarsene fino in Europa alla ricerca di qualche zona dove si siano conservate delle bolle di gravità.
In Desolation Club i disegni di Vittoria Macioci la fanno da padrone. I colori ed i tratti riescono tramite piccoli particolari a trasmettere delle sfumature emotive che danno un valore aggiunto non indifferente al fumetto. Il lato visivo va in contrasto con l’esagerazione linguistica: Palloni si sforza di reinventare dei termini (d’altro canto dopo 500 anni è più legittimo che il gergo sia cambiato), ma il tutto sembra apparire sempre troppo forzato. Ho letto libri con frasi e periodi interi in lingue inventate, andando senza problemi a ricercarne la traduzione, ma in questo caso sembrano più termini messi “a caso” per rendere l’idea che un qualche cambiamento sia avvenuto anche a livello sociale (aggiungendo però che per me le parolacce dette dai giovani protagonisti, seppur ovviamente modificate, sono usate troppo facilmente).
Personalmente Nuovo Mondo Antico non mi ha soddisfatta e neanche incuriosita a proseguire e completare la lettura nel secondo volume di Desolation Club: la narrazione è decisamente troppo veloce e per quanto i disegni provino a stare al passo con gli eventi ho avuto la sensazione costante che mancassero pagine intere da rappresentare. Sebbene il mondo creato dallo sceneggiatore sia ben articolato ed unico nel suo genere, gli spunti disseminati non sono abbastanza per approfondire i personaggi o la trama.
Sicuramente la mia interpretazione generale è viziata dall’esasperazione di letture dove ragazzini (a mio parere decisamente troppo giovani) si improvvisano esploratori, desiderosi di conquistare il mondo e fanno troppe stupidaggini, perché per me è realistico avere un’adolescenza complicata quanto travagliata, ma i ragionamenti che compiono i protagonisti (abbinati alle conseguenti azioni) sono qualcosa che va al di là del mio personalissimo gusto.
Un altro punto che a mio dire sfavorisce il primo volume di Desolation Club è l’eccessivo stato di abbandono che aleggia su tutto il fumetto: i ragazzi sono abbandonati dalla classe, dalle istituzioni, dalla società e dalla famiglia, non hanno nessuno se non loro stessi su cui contare. L’esagerazione di questo contesto emotivo senza elementi che lo rendano davvero plausibile, unitamente alla velocità della narrazione, tende ad annichilire ogni tentativo di empatia nel lettore, vanificando la possibilità di poter apprezzare il fumetto in ogni sfumatura, se non dopo un enorme sforzo dovuto ad una rilettura.
Un ringraziamento speciale a SaldaPress
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