Quando si parla di rhythm game viene subito in mente la scorsa generazione di console. Nella storia del gaming, infatti, nessun altro genere ha caratterizzato in maniera così forte un periodo, per poi soccombere sonoramente in quello successivo. Basti pensare alle milioni di copie che Electronic Arts e Activision sono riusciti a piazzare con i rispettivi Rock Band, Guitar Hero e, perché no, Dance Central e affini. La caduta commerciale del genere, però, non ha impedito ai rhythm game di trovare negli smartphone un’ancora di salvataggio.
Music Racer, uscito in questo inizio di 2020 su Nintendo Switch, ha infatti trovato la sua fortuna proprio nel settore mobile (dove è proposto come free-to-play), contando addirittura più di 5 milioni di download su Android. L’approdo sulla console ibrida giapponese, però, non è stato indolore, e ha lasciato l’amaro in bocca a tutti quelli che speravano, me incluso, che il gioco potesse configurarsi come un’economica killer app a sfondo musicale.
Music Racer non è caratterizzato da alcun difetto così grande da renderlo ingiocabile. Il problema è che non ha assolutamente sfruttato al meglio le grandi possibilità che la sua strabiliante veste grafica e l’ingegnosa idea di base potevano offrire. Ci si sarebbe potuti trovare di fronte all’erede/rivale di quel capolavoro di Thumper (a sfondo corsistico) e invece, purtroppo, si comporta più come una sorta di Temple Run.
Music Racer pone il giocatore alla guida di ben 25 veicoli diversi tra auto, moto e citazioni di vario tipo (dalla DeLorean di Ritorno al Futuro all’automobile di Babbo Natale) su percorsi generati automaticamente in base alla traccia musicale di sottofondo. La libreria conta 23 canzoni di genere EDM che accompagnano ottimamente lo stile grafico vaporwave e i tagli anni ’80 di molte delle automobili presenti.
Durante le sfide il giocatore deve accumulare il maggior numero di note possibili, sotto la forma di quadratini bianchi che si poggiano a tempo di musica sulla pista, a 3 o a 5 corsie, e tentando di evitare gli ostacoli. Le note sono anche la valuta in gioco che permette di sbloccare nuovi mezzi e tracciati.
Come già detto, il comparto grafico è di prim’ordine, non tanto per la quantità di poligoni messi in gioco, ma per gli effetti luminosi e il design generale che sprizza ispirazione da ogni angolo. Le canzoni proposte sono varie e tutte di qualità. Allora cosa non va bene in un rhythm game con questo tipo di (ottime) premesse? Su tutto partirei dal problema più grande, un’autentica occasione sprecata: il sistema che gestisce penalità e bonus. Detto in altre parole, non si ricava davvero alcun vantaggio nel muoversi a tempo di musica così come non si viene penalizzati nel non farlo.
Il titolo firmato Sometimes You non sprona il giocatore a seguire il beat come dovrebbe e come brillantemente mostrato dal già citato Thumper. Il pad non vibra quando si colpiscono le note, il concatenarsi delle stesse non genera effetti di luce o grafici che celebrino le nostre gesta e, colpendo gli ostacoli, si perderà solo una manciata di monete. Music Racer si trasforma, così, in una semplice corsa ad ostacoli dove la soundtrack non diventa fattore caratterizzante del gameplay, ma “solo” un sottofondo di qualità.
Agendo sulle opzioni di difficoltà si può, effettivamente, rendere l’esperienza più complessa fino ad obbligare il giocatore a riavviare il livello qualora si colpisca una barriera. Questo cambiamento, però, non comporta una modifica nel gameplay in favore del ritmo. Peccato. A poco serve, a questo punto, rimarcare la bontà grafica del prodotto, sebbene ci si trovi effettivamente di fronte ad un fantastico e adrenalinico connubio tra colori fluo, ambientazioni oniriche e una sensazione di velocità davvero convincente. Una tale qualità visiva avrebbe meritato delle meccaniche cucite più attentamente intorno alle belle canzoni presenti.
Music Racer purtroppo è afflitto anche da altri problemi. Uno di questi è frutto di una scelta di design che sicuramente tende a rendere le visuali più intriganti, ma che porta un gran numero di evitabilissimi grattacapi al giocatore. Le piste presentano un gran numero di salite e discese e la scellerata combinazione di queste rende spesso impossibile vedere dove sono collocate le note sulla superficie. Inoltre, ho spesso avuto la sensazione che quest’ultime non comparissero perfettamente a tempo, sebbene questo sia un fattore in parte giustificabile in un gioco che promette la creazione in tempo reale dell’ambientazione sulla base della musica di sottofondo.
A tal proposito, dispiace constatare l’assoluta impossibilità di importare canzoni nella versione per Nintendo Switch, caratteristica invece alla base del successo del gioco su mobile.
Sometimes You butta a mare delle premesse assolutamente eccellenti. Music Racer sarebbe potuto diventare uno dei rhythm game più interessanti per Nintendo Switch e, invece, rimane consigliabile solo a chi vorrà ascoltarsi qualche canzone EDM giocando ad un videogame decisamente poco impegnativo. Se volete davvero acquistare un titolo del genere guardate tranquillamente verso altri lidi ( *coff*Thumper*coff*).
Special thanks to Sometimes You
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