Kraken Inferno, di Stefano Cardoselli

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Come decidiamo cosa sia giusto e cosa no? Con quale criterio scegliamo se la nostra ragione sia più forte di quella di un’altra persona? Fino a dove siamo disposti a spingerci per la “nostra ragione”? Credo che solo ponendoci queste domande potremmo realmente iniziare a parlare di Kraken Inferno, opera di Stefano Cardoselli per Cut-Up Publishing.

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L’autore dipinge una prima metà del ‘900 dominata dall’industria, un mondo dove i ricchi risiedono in posti utopici e benestanti che non ci è dato vedere, mentre i poveri sono schiacciati in basso, stritolati dalla necessità di guadagnare il minimo indispensabile per sopravvivere insieme ai propri cari, costretti senza alcuna possibilità di scelta ai lavori più disgustosi e pericolosi.

L’urbanizzazione e l’inquinamento la fanno da padrone sia in mare che in terra, non esiste alcun barlume di speranza perché ogni singolo tentativo di vederlo viene brutalmente soffocato. Questo mondo concede la vita solamente ad una muta rabbia ed alla vendetta, non è più un posto per i sognatori ed i buoni di cuore e ne sono testimonianza le acque ormai nere dei mari, la polvere che riempie i polmoni ed i Kraken.

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Sì, i Kraken, al plurale, perché in questo caso un solo mostro marino non era abbastanza per un mondo così terribile. Gigantesche bestie tentacolari si muovono fra il pattume lasciandosi dietro una scia di morte e distruzione ed è proprio per questo che esistono i cacciatori di Kraken, una delle pochissime professioni a disposizione per le classi meno agiate insieme al diventare operai o pescatori. Il protagonista della storia è per l’appunto un ex-marinaio diventato il più accanito cacciatore di Kraken. Si narrano racconti su di lui, in bilico fra mito e realtà: l’odio del capitano della gigantesca nave Inferno è nato con la morte della sua amata Cassandra per colpa di uno di quegli odiosi mostri marini, un episodio in cui sarebbe morto anche lui se delle sirene non lo avessero salvato mettendo al posto del suo cuore un freddo e pesante macigno.

Il Capitano Abramus McMangus ormai vive solo per trovare e sconfiggere il Kraken “Abisso”, quello che gli ha arrecato il lutto che lo cambiato per sempre, e come un novello Achab impegnato nella ricerca della Balena Bianca, anche lui perde ogni briciolo di umanità nella sua cieca vendetta. Tutto ciò che lo circonda sembra aver perso qualsiasi importanza: l’attesa del ritrovamento di Abisso e il ricordo dell’amata Cassandra sono le uniche cose che gli danno una ragione per alzarsi al mattino. Cassandra era una stella che indicava la via giusta per raggiungere ciò che c’era di più buono, una luce splendente che è stata spenta in modo brutale e prematuro. Ma davvero senza di lei esiste solo la perdizione per il Capitano?

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La lettura di Kraken Inferno è pesante, a tratti opprimente, come se venissimo inghiottiti dal catrame e dal pattume del suo mondo senza più poter respirare. Ogni pagina è una riscoperta e ci concede una boccata d’aria, ma solamente per illuderci e riportarci subito in abissi ancora più profondi, ed è assolutamente giusto che sia così, che faccia sentire il lettore a disagio, perché non è una lettura comoda: vuole smuovere degli interrogativi e delle emozioni e ciò si può fare solo senza porre filtri. Cardoselli si rivela un abilissimo autore a tutto tondo, pienamente in grado di ideare una buona storia, narrarla bene e rappresentarla ancora meglio.

I disegni rendono la lettura del fumetto un vero e proprio viaggio visivo: i colori stesi ad acquerello si basano soprattutto su scale di rosso, grigio, azzurro e marroncino; potrebbero sembrare pochi, ma in realtà sono sfumati in maniera così sapiente, da riuscire a dipingere perfettamente il dramma delle vicende. Il tratto dell’autore è unico nel suo genere e riconoscibile, riesce a dare all’opera un valore aggiunto non differente sul piano espressivo. Cardoselli è bravissimo nell’esprimersi sia riempiendo le pagine, dosando i colori e inserendo particolari ed informazioni, che lasciando enormi e silenziose parti bianche, dimostrando che non ha paura di osare e che soprattutto è ben consapevole della forza del silenzio.

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È ardito unire a concetti come la vendetta e l’amore (che di per sé vanno facilmente a braccetto) la critica all’inquinamento senza renderla uno sfondo inanimato. Stefano Cardoselli in Kraken Inferno compie il miracolo e crea un’opera completa, in cui nessun elemento prevale sugli altri, una vera perla senza età, attuale oggi come ieri e come lo sarà anche domani.

Mi sento di consigliare questa lettura a tutti coloro che cercano qualcosa di nuovo e diverso dal solito: oltre ad avere una storia assolutamente valida, il volume si presenta in brossura ben stampato sia all’interno che all’esterno, con un’ottima carta porosa in grado di trasmettere invariata tutta la forza dei disegni.

Un ringraziamento speciale a Cut-Up Publishing

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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