Che il tema della privacy online sia oramai un argomento di dibattito quotidiano è sotto gli occhi di tutti. Basta affacciarsi su un qualsiasi portale di news per trovare una dose giornaliera di polemiche sul modo in cui viene gestito il trattamento dei nostri dati, non solo dai governi, ma anche e soprattutto dalle grandi multinazionali private. Negli anni innumerevoli scrittori, affascinati dalla complessità del tema, ci hanno prospettato scenari per lo più terrificanti, dove la conoscenza pressoché totale delle nostre vite permetterà ai “potenti” del futuro di manovrarci come solo i più crudeli dei burattinai farebbero.
Liberated, avventura action sviluppata dallo studio polacco Atomic Wolf, è l’ennesima opera di intrattenimento che si inserisce in questo filone e ci propone un racconto ambientato in un futuro preoccupantemente vicino, nel quale il governo statunitense ha piazzato telecamere praticamente in ogni angolo della nazione, sopprimendo svariate libertà personali in favore della sicurezza.
Ciò che rende il gioco decisamente interessante è il modo in cui gli sviluppatori hanno deciso di raccontarne la storia. La trama verrà letteralmente sfogliata dal giocatore che, per la gran parte del tempo, si ritroverà a leggere un avvincente fumetto dalle tinte noir, ottimamente disegnato e contestualizzato a dovere. Di tanto in tanto si prenderà il controllo del personaggio di turno (ce ne saranno diversi nel corso dell’avventura) in una sequenza di gioco che si svolgerà interamente all’interno di una vignetta.
Il risultato è davvero convincente e, grazie anche all’ottimo campionario di effetti sonori che accompagnano le vicende, l’immersività rappresenta uno dei punti di forza di Liberated. Purtroppo trovo che l’engine di gioco, nonostante gli sforzi evidenti dello sviluppatore, cozzi con le splendide tavole disegnate degli albi proposti, sebbene in linea generale il tutto si amalgami in maniera quasi sempre efficace.
Sono diverse le finezze adottate da Atomic Wolf per aumentare la sensazione di trovarsi tra le mani un albo cartaceo invece che un videogame: le onomatopee che compaiono quando si spara, l’identificazione di ogni atto del gioco con una pubblicazione, il rumore delle pagine sfogliate, la possibilità di guardare liberamente l’impaginato, sono tutti elementi che concorrono a legare intrinsecamente il gameplay al mondo del fumetto. E se in Liberated ciò che funziona meglio è proprio la storia, lo stesso non si può dire purtroppo del gameplay, che quasi in ogni fase risulta abbozzato e non approfondito quanto avrei voluto.
Liberated presenta per lo più noiose sezioni di shooting, in cui premere il grilletto più velocemente dell’avversario di turno rappresenta la strategia migliore per vincere. I comandi sono decisamente basilari e, accanto al salto e alla mira governata dalla levetta destra, il giocatore potrebbe anche contare su un paio di attacchi stealth. Il condizionale è d’obbligo, dato che i comandi in questione sono macchinosi e lenti e portano il giocatore a preferire, praticamente in ogni occasione, la forza bruta. Inoltre, il videogame non punisce a dovere attacchi sconsiderati e, in caso di morte, costringerà il giocatore a riaffrontare solo l’ultimissima sezione; un’ulteriore ragione per preferire un approccio veloce, che porti a superare il livello il prima possibile per potersi godere le splendide vignette di cui sopra.
Ho ritenuto alquanto singolari un paio di scelte prese dagli sviluppatori in termini di gameplay. Prima di tutto, trovo scellerata la decisione di non aver inserito un numero maggiore di puzzle, dato che i pochi presenti si rivelano interessanti e ben realizzati; in secondo luogo, nel primo “albo” sono state introdotte idee poi abbandonate nelle fasi successive del gioco. Parlo, in particolare, di sezioni in cui premere i pulsanti indicati sullo schermo e fasi in cui prendere una decisione tra due opzioni proposte: tralasciando le prime che trovo a dir poco banali, le scelte morali avrebbero potuto rappresentare un’arma in più per la produzione, a tutto vantaggio della rigiocabilità che, purtroppo, in loro assenza è del tutto inesistente.
Liberated è un gioco breve, si porta a termine in una manciata di ore e non offre molto altro al giocatore una volta completata la trama. Va inoltre segnalato che Atomic Wolf non ha ritenuto necessario tradurre Liberated in italiano. Ciò, ovviamente, non rappresenterà un problema per chiunque conosca un secondo idioma tra quelli elencati, ma sorprende constatare la presenza di lingue snobbate nella stragrande maggioranza dei casi e l’assenza della nostra. Di solito sono clemente con gli sviluppatori indie che, per problemi di budget, preferiscono non localizzare i propri lavori in italiano, ma nel caso specifico sento di non poter giustificare una tale assenza, soprattutto alla luce della brevità del titolo.
Atomic Wolf getta a mare un’ottima storia che, per quanto non particolarmente originale, è ben raccontata e infarcita di stile, grazie soprattutto all’azzeccata commistione col mondo del fumetto. Una più attenta gestione di alcune noiose e superflue sezioni di gameplay avrebbe reso Liberated un must-have del genere. Ve lo consiglio se affascinati particolarmente dal tema e/o appassionati del mondo del fumetto, specialmente se lo trovate in sconto sul sempre più affollato Nintendo eShop.
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