Se c’è un genere che adoro particolarmente giocare su Nintendo Switch è proprio quello dei metroidvania. La possibilità di godermi una buona avventura 2D in modalità portatile, negli ultimi anni, ha sempre rappresentato per me un fattore di scelta preponderante. I possessori della console ibrida nipponica potranno ora contare sull’ennesimo buon titolo di un genere che non accenna minimamente a mostrare i segni dell’età: Shantae and the Seven Sirens, sviluppato da WayForward.
L’ultimo capitolo dell’ormai quasi ventennale saga di Shantae non tenta di reinventare la ruota, ma offre un’avventura solida e divertente, piena di spunti interessanti. Shantae e la sua cricca di amici decidono di godersi una meritata vacanza su un’isola all’apparenza paradisiaca, prima di venir trascinati in nuove peripezie che coinvolgeranno, tra gli altri, anche altre metà-genio come la bellissima protagonista. Sebbene il pretesto che dà il via alle vicende sia piuttosto semplice, gli spezzoni di trama sono raccontati con ottimi filmati animati che hanno l’unico difetto di non essere più numerosi di quanti siano.
Gli aspetti migliori di Shantae and the Seven Sirens risiedono, come in ogni metroidvania che si rispetti, nella giocabilità e nel backtracking. Nonostante non stiamo parlando di un videogame dalla struttura possente come Ori and the Will of the Wisp, l’ultima fatica di WayForward sa comunque intrattenere il giocatore con interessanti trovate che rendono l’avventura avvincente in ogni passaggio. Shantae, come forse già saprete se avete giocato i titoli precedenti, è capace di trasformarsi riuscendo così a superare, all’occorrenza, gli ostacoli più svariati. Potrà, ad esempio, diventare una rana per affrontare le sezioni acquatiche, trivellare aree sabbiose e via discorrendo.
Questi poteri, come da tradizione del genere, verranno acquisiti volta per volta durante la storia e il gioco vi accompagnerà gentilmente in quadri a difficoltà crescente fino a quando non avrete perfettamente padronanza dei nuovi comandi. Come già detto, i ragazzi di WayForward dimostrano di saper dosare il backtracking in maniera intelligente nonostante siamo di fronte a un titolo piuttosto breve, completabile (in media) in circa 8 ore.
I poteri della nostra metà-genio preferita sono di 2 macro-tipologie differenti. Fanno parte della prima categoria quelli attivabili attraverso la semplice pressione del pulsante dedicato mentre, per sprigionare gli altri, sarà necessario iniziare una danza. Gli effetti di questi ultimi sono devastanti e il loro sapiente utilizzo è condizione necessaria per avanzare nei livelli più complessi o per rendere le battaglie con i boss più abbordabili.
A rendere ancora più profondo il gameplay concorre l’utilizzo di abilità passive, da innescare attraverso delle carte collezionabili, che sono sia acquistabili da alcuni NPC, sia accumulabili uccidendo i nemici di turno. Sebbene non rappresentino una vera rivoluzione per il gameplay, concorrono a rendere l’esperienza di gioco più personalizzabile e fresca.
Anche il comparto grafico compie il suo dovere. Come già detto, i filmati sono ottimamente realizzati ma, in generale, tutto ciò che appare sullo schermo è curato e personale, a partire dai personaggi. Shantae, i suoi compagni, le altre meta-genio, i villain e i vari NPC sono tutti caratterizzati e disegnati a puntino. Le ambientazioni, inoltre, sono variegate abbastanza da non venire a noia, nonostante i livelli dei migliori giochi del genere siano davvero lontani. Si spazia da villaggi immersi nella foresta a fondali marini, passando per caverne sotterranee e tanto altro.
Le scorribande di Shantae, inoltre, possono sempre contare su una colonna sonora di qualità, fatta da temi che, seppur inseriti a loop, sono orecchiabili quanto basta da essere canticchiati anche a console spenta. Parlando di console, non si può non sottolineare la qualità della versione per Nintendo Switch, la quale non mostra il minimo rallentamento, che sia in modalità docked o portatile. Un altro ottimo motivo per preferire questa particolare versione di Shantae and the Seven Sirens a quella per le altre console.
Il quadro delineato, quindi, restituisce un gioco davvero convincente, che gli affezionati al genere non dovrebbero lasciarsi scappare. Purtroppo, però, Shantae and the Seven Sirens non brilla eccezionalmente in nessuna delle sue parti. Si tratta di un buonissimo metroidvania, che saprà divertire gli appassionati, ma allo stesso tempo difficilmente riuscirà a convincere i non avvezzi al genere a provarlo. È un titolo manieristico che, in realtà, rimane ancorato non solo ai canoni dettati da questa particolare tipologia di videogame, ma anche a quanto già visto nella serie.
In aggiunta, i giocatori alla ricerca di una sfida più impegnativa potrebbero rimanere delusi dato che Shantae and the Seven Sirens, benché presenti qualche momento più difficoltoso, è in linea generale un titolo decisamente abbordabile. Nonostante ciò non rappresenti un difetto di per sé, è risaputo come moltissimi appassionati di metroidvania siano interessati soprattutto a giochi ostici. Va in ultimo ammesso che i sottotitoli italiani sono di una qualità pessima e non escludo siano stati fatti con Google Translate.
Shantae and the Seven Sirens arriva su Nintendo Switch in forma smagliante, portando con sé una storia bizzarra ma interessante, un gameplay convincente e tanto divertimento. Sebbene non sia un capolavoro, l’ultima avventura della famosa metà-genio saprà fare contenti gli entusiasti del genere e chi, da anni, apprezza questa fortunata serie.
Special thanks to WayForward
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