Se state leggendo questo articolo, deduco e soprattutto mi auguro che abbiate già visto le prime due stagioni di Aggretsuko, serie nipponica Netflix basata sul personaggio creato da Yeti per Sanrio. Se così non fosse, fiondatevi a recuperare ciò che vi siete persi perché in questa nuova sfornata di episodi si raggiunge un livello altissimo su più fronti.
Finora tramite la nostra repressa protagonista e i suoi colleghi e amici abbiamo avuto modo di esplorare il mondo del lavoro nelle aziende giapponesi e scoprire quanto è dura essere una office lady: stare attente all’estetica, essere sempre cortese con il capo che ti manda a quel paese, avere a che fare con colleghe/i impiccioni, inquietanti o che ti mettono i piedi in testa, fare straordinari anche non retribuiti che gravano sulle spalle e sentire la voglia di vivere che piano piano se ne va. Per quanto ci si possa sfogare cantando death metal in un bar karaoke non si può andare avanti così in eterno.
Parte della bellezza di Aggretsuko sta proprio nel fatto che non annoia mai, risulta sempre dinamica sia a livello di situazioni proposte che di crescita dei personaggi principali, la cui evoluzione in certi momenti è estremamente tangibile. Anche la terza stagione non si è smentita su questo: per non premere nuovamente sul pedale della “relazione sentimentale” come verso la fine della prima stagione e buona parte della seconda, viene giocata la carta dell’arubaito (lavoro part-time/secondo lavoro), insieme ad altre che ovviamente non vi svelerò del tutto.
Vi basti sapere che si inizia con Retsuko che gioca a un simulatore di fidanzato per VR, non essendosi ripresa dalla rottura con Tadano. Questo la porta a spendere gran parte dei suoi risparmi in DLC e a ritrovarsi in difficoltà, le quali si aggravano enormemente nel momento in cui tampona un van con l’auto. Il proprietario, dopo averle gelato il sangue ed essersi fatto spiegare la situazione, decide di offrirle un lavoro in modo tale che possa ripagare il suo debito; ciò che certo non si aspetta è di diventare capo contabile/social media manager/schiava di un gruppo di idol, con tutte le beghe che questo comporta. Nel mentre, Haida non sa ancora che pesci prendere con Retsuko e a complicare le cose si fa viva Inui, dolce e sensuale collega che colpisce il nostro coprotagonista e lo mette in crisi.
Della trama non vi voglio dire altro, merita che la scopriate da soli per esserne sia divertiti che punti nel vivo, dato che momenti emozionali di varia natura non mancano. Voglio però esprimervi il mio stupore su come l’asticella della qualità non sia solo rimasta al pari delle stagioni precedenti, ma si sia persino alzata, con una regia che ha saputo destreggiarsi tra inquadrature e “movimenti di macchina” innovativi per il prodotto oltre azzeccatissimi, così come il parziale rinnovamento della soundtrack, con delle sfumature più pop ma anche nuovi brani metal e punk.
Tuttavia una delle cose che ho preferito in assoluto, insieme alla già citata crescita dei protagonisti, è come il tema “idol” viene trattato mostrando con pura semplicità sia gli aspetti più belli che quelli peculiari o profondamente negativi di quel mestiere: la difficoltà nell’emergere per mille motivi, i fan appiccicosi o rancorosi (se non addirittura pericolosi), stalker e decisioni folli alle quali ci si deve adattare, facendo il meglio che si può con quello che si ha. Se le loro vicissitudini hanno conquistato me che non sono interessato a J-Pop, K-Pop e idol di sorta, allora penso che possa lasciare qualcosa a tutti grazie alle numerose chiavi di lettura presenti.
Le mie parole sono riuscite ad infiammare la vostra curiosità? Non perdete altro tempo e fiondatevi subito a guardare la terza stagione di Aggretsuko!
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