Le strade del male – tanta violenza per nulla

le strade del male - the devil all the time

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A circa un mese di distanza dal rilascio del promettente trailer che ci mostrava un Tom Holland insolitamente serio è arrivato su Netflix il thriller Le strade del male (The Devil All the Time), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Donald Ray Pollock, diretto da Antonio Campos. Probabilmente il principale motivo di interesse del pubblico per la pellicola è stato il cast, che infatti vanta, oltre al sopracitato Holland, Bill Skarsgård, Robert Pattinson, Sebastian Stan e Mia Wasikowska.

Nella cittadina provinciale di Knockemstiff, Ohio, si alternano le storie di Alvin (Holland) un ragazzo figlio di un veterano della Seconda Guerra Mondiale (Skarsgård) e segnato da un’infanzia violenta, Carl (Jason Clarke) e Sandy (Riley Keough) Henderson, una coppia di serial killer, Lee Bodecker (Stan), un poliziotto corrotto e Preston Teagardin (Pattinson), un losco reverendo. Le strade di tutti questi disturbati individui convergeranno su Alvin, interessato solo a proteggere i suoi cari.

le strade del male alvin tom holland

Nonostante la partecipazione di tutte queste stelle, la vera protagonista della pellicola è la violenza. Il problema è che questa violenza risulta quasi totalmente fine a se stessa. Il significato della storia si intuisce: la guerra come veleno a cui è faticoso sfuggire, la violenza annidata ovunque, i limiti e le zone d’ombra di moralità e religione, ma sono messaggi che si esauriscono piuttosto velocemente.

Il resto dei 134 minuti di pellicola sono quindi un susseguirsi di sparatorie, omicidi, relazioni deviate e loschi traffici, tutto portato avanti da personaggi, nella maggior parte delle volte, estremamente bidimensionali e senza una crescita. Storie rappresentate esclusivamente per crogiolarsi in questa violenza continua, per dare la possibilità al direttore della fotografia Lol Crawley di trovare inquadrature esteticamente soddisfacenti (alcuni “shots” sono molto belli) e agli attori di allenarsi in ruoli drammatici. In poche parole un film senza anima, senza la spinta di voler scoprire di più sulla psicologia delle pedine in gioco.

A chiudere i problemi del lungometraggio abbiamo un narratore esterno, interpretato dallo scrittore del romanzo omonimo, assolutamente non necessario, che fa perdere impatto alle immagini spiegandone il sottotesto – facilmente deducibile – e che arriva persino a raccontare ciò che sta accadendo on-screen.

le strade del male bill skarsgard

Si deve comunque fare una menzione d’onore al cast. L’amichevole Spider-Man di quartiere, in particolare, risulta più che credibile in questa veste violenta e seriosa e quel gran pezzo di attore conosciuto come Robert Pattinson non smette di confermare il suo talento, indipendentemente dal progetto in cui si cimenta. Inoltre entrambi sfoggiano un dialetto del sud degli Stati Uniti difficile da non notare, lavoro di dizione che nel caso del nostro reverendo Teagardin è stato intrapreso totalmente in solitaria, creando senza l’aiuto di alcun coach la propria parlata.

Fissato con le serie tv e sulla buona strada per esserlo anche con i film. Cosplayer di Abed Nadir e discepolo di Aldo, Giovanni e Giacomo.

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