Kappa at work, di Imiri Sakabashira

Kappa at Work Imiri Sakabashira Star Comics

Voto:

Kappa at work è un fumetto decisamente difficile da racchiudere in una sola parola o in una sola frase, per questo preferirei giungere insieme, lungo il corso della recensione, alla definizione di uno degli ultimi lavori editi da Star Comics, e per introdurlo vorrei avvalermi della sinossi che si trova in quarta di copertina:

“In una bizzarra città in cui si mescolano influenze russe, mediorientali ed europee, la giovane Anne è alla ricerca di un lavoro e un bel giorno, finalmente, lo trova: farà la cuoca in un sottomarino di kappa pirati! Dal momento in cui si imbarca sul Takobune, ha dunque inizio per lei un viaggio indimenticabile fra paesaggi allucinanti, combattimenti contro essere spaventosi, incontri con soggetti indecifrabili ed esperienze folli, in un crescendo di ammaliante surrealismo.”

kappa at work città

Il manga di Imiri Sakabashira viene così presentato nei suoi punti essenziali: l’unione tra folklore e culture di vari popoli, magia e tecnologia, una commistione di eventi che semplicemente accadono senza dover essere giustificati perché qualsiasi stranezza è naturale e contemplabile, la semplicità di dinamiche che si contrappone a tematiche anche impegnative disseminate lungo la narrazione, il tutto attraverso gli occhi di una giovane ragazza.

Sembrerebbe, a una prima analisi veloce e superficiale, di leggere la versione asiatica e sotto acidi de I viaggi di Gulliver, un percorso di crescita che coinvolge tanto la protagonista quanto il lettore, però analizzando bene Kappa at work si capisce subito quanto il caos creato non sia frutto di disorganizzazione e frettolosità, quanto l’esito di uno studio approfondito e meticoloso.

kappa at work colori

L’opera di Imiri Sakabashira per la maggiore va lasciata fluire: la lettura deve scorrere senza porsi troppe domande, cullandosi all’idea di una rilettura più approfondita e consapevole. La trama centrale, praticamente inesistente, è solo una scusa per permettere alla protagonista di viaggiare e tra le sue avventure di sviluppare un’infinità di sottotrame che sono il vero fulcro della narrazione.

Kappa at work è un “fumetto intelligente”, perché con vari livelli di lettura e contenuti variegati riesce ad essere godibile per un pubblico molto ampio: sicuramente è in grado di intrattenere coloro che cercano un’avventura più disimpegnata, ma soddisfa allo stesso modo anche tutte le persone che vogliono tenere la mente occupata, regalando alcuni spunti di riflessione interessanti rappresentati in modo più o meno diretto.

kappa at work nave

Le tavole, ricche di particolari, sono costellate da riferimenti che soddisferanno sicuramente i lettori più attenti: la presenza di certi elementi, l’espressività dei personaggi anche non protagonisti e tante altre piccole cose contribuiscono a rendere quest’opera organica e ben ideata. Il tratto spesso e personale ricorda i manga di altri tempi dando un gusto in più alla lettura.

Kappa at work dunque è assolutamente promosso. Non è il “solito manga” a cui siamo abituati a pensare, ma una lettura surreale e piena di bei significati, che non può mancare nella collezione di chi ama il fumetto giapponese.

Un ringraziamento speciale a Star Comics

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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