Silence of God è una delle ultime uscite targate Leviathan Labs e vede alla sceneggiatura Massimo Rosi, mentre i disegni sono di Giulio Ferrara e Giulio Bilisari. Leviathan a dire il vero aveva fatto un enorme regalo ai suoi lettori proponendo gratuitamente Silence Of God in formato digitale molto prima della sua uscita cartacea, durante il periodo di lockdown, quindi chi segue la casa editrice sicuramente avrà avuto modo di approcciarsi a questo fumetto. In ogni caso c’è sempre una bella differenza fra il poter leggere un volume sfogliandolo e sentendo la carta fra le mani, rispetto al consultarlo su un dispositivo, per questo ho voluto attendere la sua uscita ufficiale prima di parlarvene.
Partiamo dal titolo, altamente azzeccato e di forte impatto quanto poco rivelatore riguardo la storia all’interno: la Morte ha deciso di concedere a Eric Block una settimana per risolvere ogni conto in sospeso, per vendicarsi della morte della sua bambina. L’immortalità e un notevole fattore rigenerante sono i doni che la signora con la falce concede al protagonista e lui, a testa bassa, investe tutte le sue energie nella missione di vendetta contro la Pacific Edge, una famosa compagnia di petrolio e gas.
Le carte in tavola sono apparentemente poche, la storia è lineare e gli obiettivi vengono mostrati subito partendo con una narrazione forte, veloce ed estremamente coinvolgente: anche conoscendo poco del protagonista ci si sente subito attirati dalla sua parte, tifando per lui affinché riesca a raggiungere i suoi scopi. Massimo Rosi però è un abile narratore, quindi in realtà non è tutto qui e questa storia di vendetta si articola in qualcosa di decisamente più profondo.
Dinamiche complesse portano il lettore a riflettere, ad osservare pagina dopo pagina la situazione da un punto di vista sempre più esterno e meno viziato dall’emotività e dal giusto coinvolgimento del padre accecato dal dolore. Così emerge lo spinoso tema della polizia privata e del suo spadroneggiare superando persino la polizia ordinaria, ma si parla anche di inquinamento, industrie, mercato e corruzione. A tutto ciò si aggiunge la pesante questione delle conseguenze: gli affetti, il distacco, la sofferenza, le scelte.
Silence of God quindi non è una lettura da prendere alla leggera, certamente per chi ama le storie a base di violenza e redenzione può essere un ottimo mezzo d’intrattenimento, ma le sue molteplici chiavi di lettura gli permettono di offrire anche molto di più.
I protagonisti e le ambientazioni sono ben studiati, nell’arco di soli sette capitoli non solo viene narrata una storia organica, ma i vari personaggi vengono rappresentati tramite le loro azioni e i loro modi, mai in modo noioso e didascalico, così che tutto appare scorrevole e naturale senza forzature che appesantiscano la narrazione.
Ai disegni spetta il compito di agevolare ulteriormente la storia e completarla creando una connessione con il lettore. Silence of God ha uno stile duro, drammatico, ma al tempo stesso non sacrifica mai l’espressività dei personaggi e non tralascia particolari utili per la narrazione. Attraverso un sapiente uso del bianco e nero, non vengono risparmiate esaustive e fortissime splash pages; la costruzione delle vignette è dinamica e asseconda sia il ritmo della trama che i sentimenti provati dal protagonista, e anche se a volte le vignette tendono a sovrapporsi, non viene mai oltrepassato il limite che separa una chiara azione concitata dal caos incomprensibile.
Silence of God è un fumetto tutto da scoprire, da leggere una prima volta tutto d’un fiato e le volte seguenti con calma, analizzandolo per bene e lasciandolo permeare in sé, come la pioggia battente fa con il protagonista per tutta la durata della storia. Il volume è ben stampato con un’ottima resa dei neri e grigi, decisamente brillanti (ci vuole esperienza anche per stampare in bianco e nero, non bisogna mai sottovalutarlo): fa indubbiamente la sua bella figura in libreria.
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