A meno di due anni di distanza dall’uscita di Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout, il team di GUST Studios ci regala un nuovo gioco di ruolo appartenente alla serie Atelier. Per la prima volta nella storia del franchise, viene riproposta in due giochi diversi la stessa protagonista: si tratta dell’esuberante alchimista Reisalin Stout, conosciuta da tutti come Ryza, ora coinvolta in una nuova avventura dal titolo Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy.
Sono trascorsi tre anni da quando i compagni d’avventura di Ryza hanno lasciato Kurken Island, dove si sono svolti gli eventi del primo gioco, per intraprendere strade diverse: il timido Tao ha perseguito la sua grande passione per lo studio trasferendosi nella capitale di Ashra-am Baird assieme a Bos, Lent ha invece scelto di affinare le sue abilità di spadaccino, e infine Klaudia ha seguito il padre mercante per aiutarlo a gestire l’attività di famiglia e apprendere il mestiere. La nostra protagonista ha invece optato per l’insegnamento, senza naturalmente trascurare l’alchimia, il tutto nell’atmosfera calma e rassicurante del suo paese natale.
La vita di Ryza scorre serena e ripetitiva finché un giorno le viene chiesto di indagare su una misteriosa gemma: ecco l’occasione perfetta per partire alla volta di una nuova meta, la capitale reale di Ashra-am Baird, dove l’attendono gli amici d’infanzia Tao e Bos, con i quali è rimasta in contatto, più numerosi incontri inaspettati, vecchie conoscenze e volti completamente nuovi.
Trattandosi di un vero e proprio sequel, è necessario specificare prima di tutto se il gioco sia o meno accessibile senza aver giocato al titolo precedente. Sebbene Atelier Ryza 2 possa essere apprezzato anche senza conoscere il suo predecessore, la storia potrebbe risultare meno coinvolgente: sono moltissimi infatti i dialoghi e le cutscene dedicate alle amicizie sbocciate nel primo Atelier Ryza, così come molti sono gli elementi della trama legati alle vicende passate, senza contare il sistema di crafting del gioco, le cui basi sono rimaste sostanzialmente invariate con l’aggiunta di possibilità ed elementi più complessi e variegati.
Il party ripropone alcuni dei vecchi personaggi giocabili, ma con notevoli differenze legate alla loro crescita personale: non conoscere gli eventi precedenti a questo nuovo capitolo significherà quindi non apprezzarne appieno i cambiamenti, sia nel carattere che nello stile di combattimento. Se avete la possibilità di recuperare il primo Atelier Ryza, l’esperienza di gioco si rivelerà decisamente più ricca e coinvolgente.
Se avete già giocato ad Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout, ritroverete con piacere alcuni dei vecchi membri del party, più tre personaggi giocabili del tutto nuovi ed una simpatica e misteriosa creatura volante, Fi.
Il gioco si svolge in un setting completamente inedito, ovvero la capitale di Ashra-am Baird, un luogo decisamente più grande e vivace di Kurken Island. La base e punto di ritrovo della protagonista non è più un atelier nascosto e lontano dal centro cittadino come nel gioco precedente, ma un appartamento in pieno centro, dove Ryza parte già provvista di calderone per le sue ricette di alchimia. Avendo già una certa fama come alchimista, Ryza riesce a mantenersi creando oggetti e reperendo materiali ed ingredienti su richiesta degli abitanti, il tutto mentre tenta di scoprire di più sulla gemma che le è stata affidata prima della partenza.
Nella parte iniziale del gioco, l’oggetto affidato a Ryza si scopre essere in realtà un uovo da cui fuoriesce una creatura sconosciuta (che possiamo vedere anche sulla copertina ufficiale). Il delizioso e adorabile Fi sarà proprio uno dei motori principali della vicenda, e la combriccola di avventurieri dovrà cercare di fare luce sulla sua origine. Le rovine che Tao intende esplorare assieme a Ryza sembrano anch’esse legate a Fi, e il mistero non farà che infittirsi man mano che si procede con l’esplorazione.
Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy ripropone i principali elementi di gioco del capitolo precedente, primo fra tutti il reperimento di materiali tramite l’utilizzo di gathering tool, fra i quali retino per insetti, ascia e canna da pesca: gli ingredienti raccolti saranno utili a completare side quest, migliorare l’equipaggiamento dei membri del party e creare oggetti necessari all’avanzamento della storia principale. Il gioco è costituito poi dal combattimento contro le creature sparse per il suo mondo, il sistema di crafting con l’alchimia, e la risoluzione del mistero, gestito come una sorta di puzzle game molto semplificato.
L’aspetto esplorativo è migliorato rispetto al titolo precedente, questo grazie a delle location curate e molto diverse fra loro, accompagnate sempre da bellissime musiche che ne incarnano alla perfezione l’atmosfera. Due elementi innovativi che hanno accresciuto le possibilità di esplorazione e di raccolta di materiali sono gli spostamenti in sella ad una nuova creatura e l’abilità di nuotare e immergersi sott’acqua, aprendo così le porte non solo a nuovi ingredienti, ma soprattutto a nuove sezioni esplorabili.
Peccato per la mappa piuttosto scarna che spesso complica l’esplorazione invece di facilitarla. La mappa è uno dei principali difetti del gioco, dal momento che non mostra le zone acquatiche né le aree sopraelevate, rallentando così l’indagine delle varie zone. Utili invece le icone che consentono di individuare immediatamente casse del tesoro, eventi, personaggi e punti dove utilizzare specifici strumenti (come la canna da pesca). Il numero di nemici presenti nel mondo di gioco non è purtroppo aumentato di molto rispetto al primo Atelier Ryza: il party di eroi si imbatte in una varietà piuttosto limitata di mostri, la maggior parte dei quali sono semplici colorazioni alternative di nemici già incontrati.
I dungeon principali, dunque le rovine che Tao, Ryza e gli altri membri del party esplorano, sono invece ampi e ben strutturati, ed è stato elaborato un sistema efficace e coinvolgente per rendere più piacevole l’indagine di Ryza: grazie ad una particolare bussola, la protagonista dovrà cercare degli indizi nelle varie aree delle rovine e poi riassemblarli, come tasselli di un puzzle, per fare luce su misteriosi eventi passati.
Uno degli elementi che rendono unica questa serie è l’alchimia, ovvero il suo divertente e originale sistema di crafting. Seguendo delle ricette, Ryza può creare oggetti utilizzando materiali e ingredienti reperiti durante le esplorazioni o forniti da altri personaggi. Gli oggetti e l’equipaggiamento creati hanno specifiche caratteristiche (livello, qualità, tratti e abilità) determinate dalla nostra abilità nelle arti alchemiche e dalla qualità dei materiali utilizzati.
Le possibilità di crafting e la qualità delle nostre creazioni aumentano sia avanzando con la storia principale sia grazie ai punti esperienza maturati tramite la realizzazione delle ricette stesse. Oltre allo sviluppo da zero di oggetti, sarà possibile intervenire nuovamente su quanto creato in precedenza per migliorarne le statistiche o aggiungere nuove abilità. Procedendo con la storia, si sbloccano ulteriori possibilità nel sistema di crafting, legate soprattutto alle abilità dei personaggi in battaglia: queste aggiunte risultano però piuttosto macchinose e poco rilevanti.
Il primo Atelier Ryza vantava un ottimo sistema di combattimento a turni attivo (i nemici non si fermano praticamente mai mentre si selezionano i comandi) con componente altamente interattiva (bisogna inserire i comandi in maniera quasi ritmica in una sorta di quick time event/battle): una formula davvero unica, intuitiva e divertente. Lo stesso sistema di combattimento si riconferma come uno dei punti forti del gioco, aggiungendo migliorie al già pregevole battle system del primo capitolo.
Con il miglioramento della gestione degli oggetti utilizzabili (bombe, pozioni di cura e simili) e del sistema di combo, che consente il concatenamento dell’intero arsenale di abilità e attacchi di base, Atelier Ryza 2 ha reso ancora più preponderanti le dinamiche resistenze/debolezze elementali da sfruttare in battaglia. Le abilità fluiscono in maniera molto naturale l’una nell’altra, complici anche le ottime animazioni di battaglia.
Uno dei pochi aspetti negativi del combattimento è legato ai movimenti dei membri del party: ogniqualvolta ha inizio una battaglia contro più di un nemico, ciascuno dei partecipanti ne attacca uno diverso. Per potersi concentrare su uno stesso avversario sarà necessario selezionare i componenti del proprio party uno ad uno e poi scegliere manualmente il target desiderato. Altra pecca è la quasi totale assenza di boss.
L’ultimo tra quelli che si possono ritenere i difetti principali del gioco è costituito dalle cutscene e i dialoghi secondari, sia per qualità (non grafica ma tematica) che per quantità: sono infatti tantissime le scenette secondarie alle quali saremo sottoposti semplicemente entrando in un’area (la maggior parte di queste cutscene, infatti, non viene attivata parlando con un personaggio secondario, ma semplicemente entrando in una zona specifica). Questi dialoghi appesantiscono il ritmo di gioco e costringono a interrompere troppo spesso l’esplorazione e i combattimenti per seguire filoni narrativi che poco aggiungono alla trama. Pur affrontandoli nell’ordine col quale vengono proposti durante la partita, vi sono momenti in cui queste scene si accumulano in numero eccessivo.
Nonostante alcuni difetti, Atelier Ryza 2: Lost Legends & The Secret Fairy resta un buon gioco di ruolo, con un riuscitissimo sistema di crafting e un eccellente battle system, innovativo, divertente e originale. La trama è meno coinvolgente e originale rispetto al primo Atelier Ryza, ma comunque piacevole, grazie soprattutto alle bellissime musiche e ambientazioni, e ai personaggi ben caratterizzati, in particolare l’intraprendente e coraggiosa Ryza.
Un ringraziamento speciale a Koch Media
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