Il 2020 è stato un anno funesto anche per gli appassionati di sport, che hanno visto i calendari delle proprie competizioni preferite stravolte dal cataclisma pandemico abbattutosi sul nostro già fragile pianeta. Negli ultimi 12 mesi, però, i campionati sportivi hanno imparato a convivere con la situazione creatasi tanto da riuscire a pianificare un 2021 (quasi) normale. Che ci crediate o meno, nonostante le disavventure dell’anno passato noi videogiocatori appassionati di MotoGP possiamo già mettere le mani sul gioco ufficiale del motomondiale, in concomitanza dell’inizio delle gare. Come direbbe il buon Guido Meda, presente con la sua voce fuori campo nel videogame, “scatenate l’inferno!”.
Migliorare un titolo sportivo, con uscita cadenzata anno per anno, deve essere un’impresa non da poco. MotoGP 21 non punta a migliorare considerevolmente quanto mostrato nell’edizione 2020, ma interviene puntellando e perfezionando il già buonissimo pacchetto ludico dell’anno scorso. Bisogna sempre tenere a mente che parliamo di titoli cross-gen, ovvero in grado di essere lanciati non solo sulle potentissime e recenti Xbox Series X|S e PlayStation 5, ma anche su Xbox One e PS4 (oltre che su PC e Nintendo Switch) e, per quanto Milestone sia ormai assolutamente a suo agio con l’Unreal Engine 4, per godersi un vero e proprio salto generazionale ci toccherà aspettare, probabilmente, le prime uscite dedicate esclusivamente alla current-gen.
Poco male in realtà, dato che MotoGP 21 offre quanto di meglio la software house italiana sia in grado di donare, lanciando un gioco dal gameplay quasi perfetto ad una risoluzione che arriva ai 4K e con un framerate così stabile e inchiodato a 60 fps che per andare (volutamente) a cercare un microscopico calo di performance sarà necessario inquadrare tutti i piloti presenti in pista, ad altissime velocità e con pioggia abbondante (e conseguenti effetti particellari e riflessi). Tecnicamente, Milestone pertanto ha rifinito quanto già visto l’anno scorso e quanto già sapientemente apprezzato nei titoli più recenti garantendo, però, un ulteriore grado di polishing.
Una volta in pista, l’impatto grafico di MotoGP 21 è considerevole. Vedere così tante moto, splendidamente dettagliate nella loro modellazione, nell’ammontare generale dei dettagli e nelle proprie livree, muoversi insieme, appaga l’appetito grafico che un titolo sotto licenza ufficiale porta inevitabilmente con sé. Se siete appassionati di photo mode come il sottoscritto, complice anche la completezza delle impostazioni della modalità, non vi sarà difficile scattare immagini che oserei definire quasi fotorealistiche. Sotto questo punto di vista va segnalato solo del rumore video sulle texture angolate in lontananza (come già notato in RIDE 4 d’altronde), visibile soprattutto sul bagnato ma mai davvero fastidioso. Se è il realismo ciò che cercate, il comparto artistico di MotoGP 21 non vi deluderà, anche grazie alla variegata e convincente campionatura dei suoni delle moto.
Ammettendo quindi l’ottimo lavoro compiuto da Milestone sul piano artistico (grafica e sonoro) quando ci si trova su pista, ovvero nelle fasi davvero importanti in un gioco di guida, mi trovo però costretto a rimarcare quanto inadeguato sia il trattamento dei modelli di piloti, meccanici e giornalisti quando inquadrati nei deludenti filmati a corredo delle competizioni. Un videogame che vanta una così prestigiosa e pesante licenza, acquistato e amato in tutto il mondo anche e soprattutto per via dei piloti presenti, autentici idoli per tanti tifosi, dovrebbe offrire molto di più sotto questo punto di vista.
Avevo palesato queste criticità già nella recensione di Monster Energy Supercross 4, altro gioco ufficiale sviluppato dalla casa milanese che, nella sua evidente ed innegabile evoluzione, qualora puntasse a raggiungere la qualità di contorno vantata da titoli come F1 2020 dovrà necessariamente compiere ulteriori passi in avanti. Badate bene che tutto ciò non rappresenta un puro vezzo estetico, ma aumenterebbe l’immersività della già buonissima modalità carriera.
Vale la pena ora parlare del cuore pulsante di tutta l’offerta ludica di MotoGP 21, la modalità Carriera appunto. Sebbene sia possibile intraprenderla partendo dalla classe regina (la MotoGP), per apprezzarla appieno consiglierei di vivere la crescita del proprio pilota sin dalle più piccole e agili Moto3, passando per le ben più potenti Moto2 fino ad arrivare a duellare con Quartararo, Bagnaia, Mir e compagni.
Emulando quanto visto già l’anno scorso e nei titoli corsistici più recenti, come ad esempio WRC 9 , ci si troverà non solo a correre in tutti i tracciati previsti dal calendario 2021 ma anche, in particolare, a gestire il proprio team. Avere un procuratore abile ed esperto ci permetterà di ricevere offerte di lavoro migliori laddove, invece, mettere i propri meccanici più capaci nella ricerca aprirà le porte a miglioramenti tecnologici non da poco, da impiegare nelle corse a tutto vantaggio delle prestazioni. Vincere e rispettare quanto concordato sul contratto, pertanto, non diventa fondamentale solo per accrescere la propria fama, ma anche per far quadrare i conti in termini di ingressi e i necessari pagamenti dovuti ai membri della propria squadra.
Crescere gradualmente di categoria porta con sé anche altri vantaggi. In primo luogo, considerando la proverbiale difficoltà dei titoli Milestone, partire dalla Moto3 può aiutare i giocatori meno esperti a prendere confidenza con moto via via più potenti. Inoltre, percorrendo tutta la scalata si ha anche modo di saggiare le varie situazioni contrattuali immaginate da Milestone per rendere la Carriera ancora più interessante. Nella mia run, ad esempio, dopo essere partito da un team ufficiale in Moto3 ho deciso di prendermi qualche rischio in più e fondare un team da metà classifica in Moto2, sfruttando un’offerta procacciatami dal mio abile manager, che intercettava la volontà di uno sponsor nel creare un nuovo team su base motociclistica di MV Agusta. Assistere alla presentazione ufficiale della moto, della quale avevo scelto anche i colori e la livrea, è stato particolarmente appagante e avvincente.
La modalità Carriera nasconde inoltre tante altre sorprese, come ad esempio la possibilità di creare un proprio team Junior una volta raggiunta la MotoGP, ma nonostante sia ottimamente curata e profonda il giusto, Milestone può fare ancora qualcosa in più, magari inserendo una sezione dedicata alla stampa e al contatto con i fan oltre che migliorando le già citate cutscene deludenti.
La varietà non manca e accanto alla laboriosa e profonda Carriera troviamo le modalità online, che da quel che ho visto in queste prime fasi di vita del gioco possono contare su un netcode solido, e le modalità veloci. Come lecito aspettarsi si può creare anche un campionato personalizzato, includendo uno dei 3 circuiti “storici” come l’immancabile Laguna Seca. In più troviamo il sempreverde Time Attack e la possibilità di disputare una semplice gara, scegliendo accuratamente se affrontarne anche le prove libere e le qualifiche.
Apprezzatissima anche l’opportunità di salire in sella alle moto leggendarie del passato vestendo i panni di grandi campioni come Michael Doohan, Troy Bayliss, Max Biaggi o il compianto Simoncelli. Volete rivivere i duelli che hanno reso protagonisti Valentino Rossi e Sete Gibernau? Potete! Peccato non ci sia una modalità di sfide create appositamente per questi piloti, ma fa sempre piacere poter salire in sella alle indimenticate 500 a 2 tempi, alle esuberanti MotoGP 4 tempi con quasi 1000 di cilindrata o alle MotoGP 800.
Qualunque sia la tipologia di competizione che vi troverete ad affrontare, sappiate che lo farete con un feeling di guida perfetto, soprattutto sull’apprezzato pad Xbox, dove i grilletti restituiscono vibrazioni realistiche e convincenti. Il gameplay di MotoGP 21, nonostante sia simile a quello presente nell’edizione 2020, rappresenta quanto di meglio si possa trovare sul mercato dei titoli corsistici a 2 ruote. Sembra inoltre che Milestone abbia finalmente capito che fosse necessario un avvicinamento anche ai piloti non esperti e, per quanto possa risultare ancora estremamente punitivo disattivando tutti gli aiuti, MotoGP 21 si rivela più approcciabile dei passati titoli della casa milanese, anche per i neofiti.
Il sistema che governa l’intelligenza artificiale, ribattezzato A.N.N.A. da Milestone, sembra più convincente che in passato con piloti che, sebbene a volte si ritrovino in rocambolesche cadute di gruppo, sono arcigni e competitivi, soprattutto nelle prime file. Vincere un gran premio in MotoGP 21 è un’esperienza altamente appagante, specialmente se il successo passa per un’attenta gestione dei consumi, della trazione, del freno motore, che può avvenire in gara tanto quanto che ai box.
Una volta sul mezzo, con la croce direzionale si potranno governare parametri fondamentali per il comportamento della moto e, qualora si intuisca che l’intervento del proprio team è fondamentale per rosicchiare altri centesimi in fase di qualifica, ci si potrà anche affidare al proprio capomeccanico. Attraverso un pratico menù che simula una conversazione col fidato assistente, si può spiegare in quali frangenti la moto si comporta come non si vuole, magari avendo sottosterzo in frenata o lentezza nel cambio di curva. A questo punto ci verrà suggerito, un po’ come accade nelle competizioni reali, un set di interventi volti al miglioramento delle prestazioni relative alle criticità esposte. Pratico, semplice e funzionale.
Altre piccole migliorie costellano l’impianto di guida di MotoGP 21. Tra queste va citata in primis la maggior attenzione posta dagli sviluppatori alla frenata e, in generale, alla gestione dell’impianto frenante. La temperatura dei dischi, ora sempre visibile nell’HUD di gioco, si riflette in modo sensibile sul comportamento della moto e diventa quindi fondamentale capire quando potersi permettere una staccata violenta o meno. Così come nelle gare reali, inoltre, i piloti che incorreranno in un determinato numero di avvertimenti saranno costretti a scontare la propria penalità passando per una porzione di circuito più lenta e lunga effettuando quello che, in gergo, viene chiamato LLP, Long Lap Penalty. Segnalo, in ultimo, l’introduzione di una nuova meccanica relativa al comportamento del proprio pilota dopo una caduta. Si potrà scegliere, tramite le opzioni, di controllare il proprio alter ego e di correre (letteralmente) verso la moto rialzandola da terra, proprio come succede nella realtà. Un’opzione sicuramente innovativa, che però va perfezionata ed implementata meglio per non risultare tediosa.
MotoGP 21 rappresenta l’ennesima piccola evoluzione per una saga che oramai si attesta ad alti livelli da diverso tempo. La base di partenza sulle nuove console è senz’altro buona e, se Milestone continuerà a lavorare con questa attenzione, in futuro potremo ritrovarci per le mani un prodotto inattaccabile. Al momento il titolo offre una considerevole mole di contenuti, un comparto tecnico di prim’ordine e una carriera ben strutturata. Il salto di qualità, però, deve passare per una maggiore immersività e, soprattutto, per una più profonda attenzione data agli elementi di contorno alle gare.
Un ringraziamento speciale a Koch Media
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