In Principio – Storie Crudeli della Bibbia

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La Bibbia è la più grande raccolta di storie pulp. Ecco, l’ho detto, a costo di farmi fulminare dal Grande Capo, gesto che in realtà servirebbe solo a convalidare la mia posizione.

Non sono ovviamente l’unica a pensarlo, nel corso della storia più recente in molti si sono misurati con questo tipo di commento sulle Sacre Scritture, soprattutto il collettivo di autori che nel 1987 decise di raccontare i passi più famosi della Bibbia sotto forma di fumetto e in via squisitamente provocatoria. Nacque così Outrageous Tales from The Old Testament, in cui si susseguivano, capitolo dopo capitolo, le voci più autorevoli del panorama fumettistico inglese degli anni ’80.

L’idea fu di Neil Gaiman e Tony Bennet – editore per la Knockabout – che volevano festeggiare in modo poco ortodosso il ritiro delle accuse per oscenità di alcuni volumi dello stesso Gaiman. Entrambi avevano familiarità con questo tipo di procedimenti penali ma, come molti altri autori della scena underground, sentivano l’urgenza di combattere contro la censura, che in quegli anni rendeva impossibile il loro lavoro e la costruzione di un sano dibattito intellettuale.

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Basta dare un’occhiata alla data sopra riportata, infatti, per rendervi conto che in quegli anni nel Regno Unito dominavano incontrastati il partito conservatore e la sua leader, Margaret Thatcher. La donna, negli anni precedenti, era riuscita ad ottenere l’appellativo di Iron Lady, dunque non si trattava proprio di una figura tenera e magnanima; allo stesso modo il pensiero comune degli uomini di legge era altrettanto duro e poco tollerante. La censura, dunque, si era fatta notevolmente più pesante, e molti autori tra i più abili avevano avuto problemi con la legge, ma questo non impediva loro di cacciarsi nei guai con opere dissacranti. È così che torniamo alle Oltraggiose Storie dall’Antico Testamento, capaci di destare l’attenzione dei conservatori.

Avrete capito, a questo punto, che la società inglese forgiata dalla Thatcher non poteva tollerare che si facesse ironia sulle contraddizioni insite nella Bibbia, né che si parlasse del Verbo di Dio mettendone in luce l’indole, come dire, particolarmente violenta. Eppure la maggior parte dell’Antico Testamento si può riassumere perfettamente nella definizione utilizzata all’inizio di questa analisi: pulp. Fratelli che si uccidono a vicenda, sacrifici umani e punizioni divine che arrivano ad hoc a spazzare intere città, colpevoli di aver assecondato quelle stesse pulsioni che Dio gli ha fornito. La Knockabout però non si riteneva soddisfatta dello scandalo provocato e pensò bene di rincarare la dose con un’altra antologia, Seven Deadly Sins, questa volta dedicata, come s’intuisce, ai sette peccati capitali. Le due raccolte giunsero al momento giusto, sotto l’opprimente governo conservatore arrivato ad impedire la diffusione di materiale che potesse promuovere l’accettazione dell’omosessualità.

Spero che, a questo punto, vi sia chiaro perché Kleiner Flug e DOUbLe SHOt abbiano deciso di pubblicare una raccolta delle due antologie proprio in questo momento storico. Per stessa ammissione di Lorenzo Corti – traduttore per la casa editrice – nella splendida introduzione, abilmente sfruttata fin qui per dare un tono a questa analisi, siamo di nuovo davanti ad atteggiamenti censori ed è più che mai importante alimentare il dibattito e tornare a quelle provocazioni di Gaiman così efficaci negli anni ’80.

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Il merito di tutte le storie raccontate nel volume In Principio – Storie Crudeli della Bibbia, nessuna esclusa, è il doppio registro su cui si attestano. Nel tentativo – peraltro riuscito – di aderire perfettamente al materiale di partenza mostrandone tutti gli aspetti grotteschi, si predilige uno stile che si avvicina alle note strisce a fumetti. Ritroviamo infatti l’ironia tagliente tipica delle più celebri strisce del tempo, unito a quello stile grafico particolarmente caricaturale che le ha rese celebri in tutto il mondo e che, ancora oggi, sembriamo prediligere nell’ambito della satira politica. Ritroviamo così Dio incarnato da Gandalf, Sansone rappresentato come un bruto che si eccita alla sola vista del sangue, e una feroce critica all’operato di Dio, visto come un vecchio barbuto e annoiato che scommette con il diavolo a scapito del povero Giobbe.

In tal senso credo che il capitolo più efficace sia quello dedicato al Levitico, realizzato da Alan Moore e Hunt Emerson; in questa storia troviamo Mosè, costretto a risalire il Monte Sinai dopo aver spaccato le prime tavole, adirato con il Popolo Eletto. Riuscito nell’impresa, il profeta inizia ad enunciare tutte le leggi volute dal Signore, davanti ad un popolo desideroso di mettere in pratica la sua volontà. Pian piano inizia lo sterminio, finché Mosè si ritrova a parlare da solo e capisce che forse le leggi divine sono a dir poco eccessive.

Penserete a questo punto che il volume si privo di difetti. Diciamo che è così e una pecca del volume, se proprio vogliamo definirla in questo modo, risiede solo nella difficoltà che a volte il lettore può avere nel comprendere il punto di riferimento originale. Ogni penna coinvolta mostra una conoscenza delle Sacre Scritture che va decisamente oltre la media e non sempre il lettore potrebbe avere ben chiara la storia di partenza. Sulle prime, insomma, può sembrare una lettura non adatta ad ogni tipo di pubblico, e il bagaglio culturale acquisito dal lettore sembra giocare un ruolo decisivo. Tuttavia è evidente che gli autori si sono posti il problema, e hanno gestito la narrazione degli eventi in modo tale da poter strappare una risata anche a chi non conosce tutti i racconti della Bibbia da loro sfruttati nel volume.

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Per quanto concerne, invece, la parte dedicata ai sette peccati capitali, l’analisi critica operata dagli autori è senza dubbio più immediata e il messaggio lanciato arriva con maggiore facilità. Alcune di queste storie, come quella dedicata alla Lussuria (MooreMatthews) o alla Superbia (KaveneyHiggins) sono forse tra le più brillanti della raccolta e, sebbene il messaggio non sia espressamente nelle vignette ma tra le righe di queste, non è affatto difficile sciogliere il nodo e arrivare al cuore del discorso. Lo stile, invece, è esattamente lo stesso del suo predecessore, in quanto gli autori coincidono quasi completamente. In tal senso, dunque, le riflessioni fatte sull’estetica dei capitoli e sull’uso della satira si possono dire le stesse di cui sopra. Unica eccezione vera e propria l’ambientazione, che si prende il lusso di spaziare maggiormente e arrivare ai nostri giorni, o per meglio dire, quelli del momento della stesura del volume.

Come anticipato, dunque, In Principio – Storie Crudeli della Bibbia è un volume fondamentale per questo momento storico, dove purtroppo si è ricominciato ad oliare il meccanismo della censura e la satira è sempre più vista come un nemico da sconfiggere e non un’arma utile al pensiero autonomo e critico. Inoltre risulta doppiamente necessario come provocazione verso chi usa lo scudo di una religione che, nei fatti, è spesso contraddittoria. E diciamo che, la maggior parte delle volte, queste due formae mentis coincidono alla perfezione.

Un ringraziamento speciale a Kleiner Flug e DOUbLe SHOt

Claudia_Smith Articoli
Piccola bambina cresciuta a pane e Dragonball, in tenera età scopre l'amore per tutto ciò che è narrazione, dai film ai libri fino ai fumetti di ogni tipo. Ad oggi cacciatrice compulsiva di news per tutto ciò che riguarda la cultura Nerd.

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