Prima di addentrarci nel vivo della recensione dovrei confessare un aneddoto della mia personale esistenza, almeno capirete quanto arduo è stato il mio compito nella stesura di questo articolo, nel tentare di essere il più oggettivo possibile. L’originale Alex Kidd in Miracle World, uscito nel 1986, è stato il primo gioco su cui abbia poggiato le mie mani. Avrò avuto 3 o 4 anni quando ricevetti in regalo da un parente il Sega Master System 2 che aveva, inclusa nel sistema, proprio l’avventura di Alex Kidd. Fu amore a prima vista e, ad essere completamente onesti, la mia passione per i videogiochi deve moltissimo a questo platform 2D, quindi gliene sarò sempre grato.
Tutto questo per dirvi cosa? Che chiunque abbia adorato l’originale, come me, dovrebbe comprare ad occhi chiusi questa nuova edizione, nonostante il prezzo di listino un tantinello esagerato. A voi non servirà questa recensione perché troverete tutto ciò che avete amato in un remake perfetto sotto il piano artistico. Tutti gli altri invece dovrebbero prendersi 5 minuti per capire se Alex Kidd in Miracle World DX possa o meno andare incontro ai propri gusti.
Capiamoci bene, questa riedizione del gioco originale, a parte una manciata di livelli, non introduce alcuna modifica, novità o variazione al gameplay, tant’è che con la pressione del grilletto si potrà passare dal comparto grafico classico a quello ricreato per questa occasione. La precisazione è più che dovuta visto che Alex Kidd in Miracle World DX è ancorato ad una tipologia di esperienza ludica vetusta e che solo chi è nato negli anni ’80 può davvero ancora digerire.
Non ha il minimo senso andare a spulciare “quanto dura” Alex Kidd in Miracle World DX su howlongtobeat.com, non fatelo, perché portare a termine una run in questo gioco non è come finire la campagna di un Far Cry. All’epoca i giochi erano scritti in una maniera differente, progettati per mettere a dura prova il giocatore, il quale era chiamato a migliorarsi partita dopo partita, tentando di battere il proprio record raggiungendo un quadro fino a quel momento inesplorato.
Una sfida contro sé stessi continua e derivante dall’estrema difficoltà che il gioco del 1986, pubblicato originariamente da SEGA, sbatteva in faccia al player inerme. Ebbene sì, Alex Kidd in Miracle World DX è un videogame difficilissimo, frustrante e coriaceo, in cui basta sfiorare un nemico per morire o calibrare male un salto per perdere l’ultima preziosissima vita, costringendo il giocatore a ricominciare da capo con il solo scopo di migliorarsi.
Al giocatore esperto basteranno anche solo 2 ore per arrivare al boss finale, esperienza che vivranno, nella modalità classica con 3 sole vite, solo quelli che saranno capaci di memorizzare ogni pericolo presente nei livelli. Per noi comuni mortali, Jankenteam ha deciso di inserire una modalità con vite infinite che farà sicuramente la gioia di chi come me, all’epoca, non è stato in grado di completare il gioco.
Badate bene che, anche sfruttando questa possibilità, i livelli saranno comunque capaci di torturarvi con trappole e nemici sapientemente collocati, con lo scopo di mettervi in difficoltà e farvi cedere. Che siate in grado di capire una tipologia di gaming così retro o meno, questo è il bello di Alex Kidd in Miracle World DX.
Come detto, Alex Kidd in Miracle World DX non introduce novità rispetto al gioco originale. In ogni caso stiamo parlando di un platform 2D che, contrariamente a ciò che fece credere la stampa dell’epoca, ha ben poco da condividere con i Mario usciti nello stesso periodo. L’avventura di Alex Kidd è per certi versi più complessa, si sviluppa, per esempio, anche in senso verticale (come nel primo storico livello), ci porta ad acquistare equipaggiamento e addirittura veicoli come motociclette ed elicotteri.
In alcuni quadri si potrà decidere tra una moltitudine di approcci, come ad esempio nuotare o magari acquistare un velivolo dallo shop. Le scorribande dell’idraulico baffuto, sebbene ovviamente offrano un livello di qualità del platforming irraggiungibile, sono decisamente diverse da quanto proposto nell’86 da SEGA e rivisitato da Jankenteam. Rimangono purtroppo ancora oggi le terribili boss fight che vedono Alex affrontare i propri nemici in match di morra cinese. Erano odiose prima e tali sono rimaste.
Passando al piatto forte, ovvero il completo rimaneggiamento artistico che il gioco originale ha subito, non posso che tessere le lodi di quanto operato dagli sviluppatori. Jankenteam ha dato sfogo a tutta la propria creatività, riuscendo a tirare fuori da fondali monocromatici, piatti e anonimi nuove fantastiche ambientazioni. Vi basterà dare un’occhiata alle immagini presenti nell’articolo o cliccare un walkthrough su YouTube per rendervi conto del fantastico lavoro compiuto in termini di pixel art e illuminazione.
Passando dal comparto grafico originale a quello nuovo, inoltre, si può apprezzare ancora di più lo sforzo creativo operato dal team, anche e soprattutto nel ricreare, pixel per pixel, il gioco dell’86 di cui Jankenteam non ha mai posseduto il codice. Anche la colonna sonora ha, com’è lecito aspettarsi, subito un ispirato riarrangiamento, riproponendo le medesime melodie che abbiamo canticchiato per anni, ma sapientemente rimordernate.
Con Alex Kidd in Miracle World DX Jankenteam compie un accorato lavoro di tributo ad un titolo indimenticabile che, nonostante fece innamorare follemente chi lo giocò, forse non ottenne i dovuti riconoscimenti. Questo remake non fa altro che toccare le corde della nostalgia di chi non vedeva l’ora di rituffarsi nel mondo di Alex Kidd, risultando imperdibile per chi ha giocato l’originale ma poco appetibile per chi invece, per questioni anche anagrafiche, non può subire il fascino magnetico di un gioco del 1986. Mi sento di consigliarne comunque l’acquisto, anche a chi non conosce Alex Kidd, qualora il gioco fosse oggetto di sconti.
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