Il catalogo offerto dalla Marvel, costruito a tavolino per introdurci alla fase 4 del MCU, si è arricchita di una delle sue serie più attese: quella su Loki. In sole 6 puntate, ricche di eventi bizzarri e inaspettati, e personaggi unici, ci viene aperto un mondo nuovo, anzi più di uno.
Ritroviamo Loki, interpretato come sempre dal talentuoso Tom Hiddleston, dove lo avevamo lasciato in Avengers: Endgame, in fuga con il Tesseract. Raggiunto e catturato da una strana agenzia segreta di nome TVA (Time Variance Authority), incaricata di vegliare sulla sacra linea temporale, fa la conoscenza di un agente, Mobius (Owen Wilson), con il quale lega particolarmente. Da qui iniziano i suoi guai, soprattutto quando entra in contatto con la misteriosa Sylvie (Sophia Di Martino).
Dimenticate i viaggi nel tempo alla Marty McFly e Doc, qui siamo su tutto un altro pianeta. La TVA sembra più la burocrazia di Futurama, i loro viaggi sono veloci e non necessitano di plutonio. Gli agenti dell’organizzazione si occupano principalmente delle varianti, che come spiegato dalla mascotte Miss Minute (Tara Strong) sono degli esseri che hanno deviato dal percorso prestabilito generando una ramificazione nella linea temporale, ed è compito della TVA arrestarli e riportare tutto alla normalità. Questo apparato però nasconde ben più che scaffali pieni di scartoffie, e Loki è pronto a tutto pur di scoprirne i segreti.
Essendo una serie incentrata su un protagonista specifico, è inevitabile che si spinga sulla sua crescita. Loki qui deve affrontare non solo la TVA, ma anche parti di sé stesso. La sua natura ingannatrice e bugiarda viene messa alla prova con la fiducia altrui, che lo lascia con una nuova consapevolezza: quella di poter cambiare. Il breve arco narrativo porta Loki ad andare ben oltre il personaggio che abbiamo conosciuto in Avengers e nei film a seguire; con Infinity War abbiamo assistito ad un piccolo tentativo di redenzione, ma è qui che Loki scopre di essere più potente di quanto ha sempre pensato. Rimangono intatti i suoi tratti caratteristici che tanto amiamo: il suo narcisismo, la sua malizia, la sua intelligenza arguta e il suo egoismo, ma qui vengono sfruttati per dei gloriosi propositi.
Come forse avrete notato sui social, Loki ha generato più meme delle serie che l’hanno preceduta. Questo è dovuto soprattutto alle versioni alternative del protagonista, che hanno fatto impazzire i fan, e voglio parlarvene brevemente senza spoilerare più di quanto i canali ufficiali non abbiano già fatto.
Su tutti abbiamo Alligator Loki, un semplicissimo alligatore con indosso l’iconico copricapo del dio dell’inganno, che ormai ha spodestato il trono di Baby Yoda come mia mascotte preferita. Poi tra gli altri ci sono Kid Loki, Boastful Loki e Classic Loki, quest’ultimo interpretato dal bravissimo Richard E. Grant. Loro, insieme a una moltitudine di dettagli disseminati lungo tutte le puntate della serie, ci aprono una finestra sul mondo dei fumetti da cui sono tratti decisamente più ampio di quello che abbiamo sempre visto nelle altre produzioni Marvel.
Sarà l’ambientazione, sarà la trama, saranno i contenuti, ma questa serie si è potuta prendere molte più libertà rispetto a WandaVision e The Falcon and the Winter Soldier, per la gioia dei fan. Può essere definita come il perfetto punto d’accordo tra i lettori dei fumetti classici e coloro che si sono avvicinati alla Marvel solo grazie ai film.
La serie ha osato anche da un punto di vista scenografico/visivo, con un massiccio uso della CGI e diversi stili registici per ogni puntata, che nel complesso riescono a tenere lo spettatore incollato allo schermo, desideroso di averne ancora. Le maggiori critiche si sono sollevate sull’ultima puntata, ritenuta più lenta e sottotono rispetto alle altre a causa dei lunghi dialoghi, ma io mi sento di dissentire: grazie in particolare alla magistrale performance di Jonathan Majors il tempo vola.
Come le precedenti serie dei Marvel Studios uscite su Disney+, anche Loki può essere considerata un lungometraggio diviso in puntate, e più delle altre fa da apripista al nuovo corso del Marvel Cinematic Universe, che inizierà a fare sul serio con Spiderman: No Way Home per arrivare alla portata principale, ovvero Doctor Strange in the Multiverse of Madness.
Resta solo da chiedersi se la seconda stagione di Loki, confermata subito dopo i titoli di coda dell’ultima puntata, sarà inserita nel menù o si farà attendere come un buon dessert.
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