Dopo l’ottimo Monster Hunter Rise, Capcom torna sul brand con lo spin-off JRPG Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, seguito del titolo uscito su Nintendo 3DS nel 2016 (in Giappone, 2017 nel resto del mondo).
Le vicende di questo secondo capitolo cominciano nel villaggio di Mahana, sull’isola tropicale di Hakolo, dove il nostro protagonista (nipote del famoso rider Red) è nato e cresciuto, e nella quale si venera il leggendario Rathalos Guardiano, protettore dell’isola. Mentre il nostro rider sarà alle prese con le sue prime missioni di esplorazione e con la conoscenza dei primi mostri, si verificheranno però degli eventi che renderanno instabile l’equilibrio naturale del mondo, emergenza che richiederà al nostro eroe di partire alla volta di altre regioni dove si stanno verificando questi strani eventi.
Al centro delle vicende si pone l’uovo di Rathalos lasciato dal Ratha Guardiano che, come narrato dalle leggende, pare sia portatore di sventura. Faccio presente che non mancano riferimenti al primo capitolo, ma il titolo è godibilissimo anche per i nuovi giocatori.
Da questo incipit si articola una narrazione principale dalla durata variabile tra le 30 e le 50 ore, in base al tempo che si dedica alle missioni secondarie, quest’ultime attivabili dalla bacheca presente in ogni centro abitato. Troviamo buoni colpi di scena, personaggi credibili e ben caratterizzati, nonché quel senso di scoperta di luoghi e creature inedite tipico di Monster Hunter.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin ripropone il combat system a turni in pieno stile JRPG già visto nel primo capitolo, con qualche aggiunta ma senza stravolgerlo. Il protagonista sarà quindi affiancato da una squadra fino a 6 monstie, in stile Pokémon. Gli attacchi si dividono in 3 macrocategorie fondamentali nei testa a testa: Potenza, che è debole a Velocità, a sua volta debole a Tecnica, quest’ultimo debole a Potenza. Ogni attacco può anche essere legato ad un elemento come fuoco, ghiaccio, veleno e così via, con resistenze e debolezze che si andranno ad aggiungere al danno base.
La componente strategica è quindi fondamentale, e ad esempio farci affiancare da un mostro specializzato in attacchi di Tecnica con elemento ghiaccio può essere estremamente svantaggioso contro mostri di Potenza di tipo fuoco. Lo stesso vale anche per il nostro rider, con il fattore elementale di debolezze e resistenze legato invece alla tipologia di armatura indossata e alle armi utilizzate in battaglia.
Oltre agli attacchi base troviamo anche le abilità: attacchi più potenti, in alcuni casi con effetti secondari o di guarigione, utilizzabili spendendo i punti Legame acquisiti combattendo. Quando l’indicatore Legame sarà pieno, potremo salire in sella al nostro monstie e sferrare attacchi finali devastanti. Il nostro fidato compagno sarà di base autonomo nella scelta delle mosse da compiere in battaglia, ma avremo anche la possibilità di scegliere personalmente che tipologia di attacchi fargli usare, in maniera analoga a quanto possiamo fare con il protagonista umano.
Inizialmente il combat system appare piuttosto semplice, ma proseguendo nell’avventura sarà necessaria una tattica ben strutturata per battere i boss più impegnativi, che cambieranno pattern d’attacco sorprendendoci con mosse inaspettate.
Molto interessante anche l’aspetto esplorativo: ogni monstie dispone infatti di abilità extra da utilizzare fuori dalla battaglia, le quali consentono di raggiungere zone di mappa altrimenti inaccessibili. Queste ricordano da vicino le MN già viste nella serie Pokémon, come la possibilità di eseguire enormi salti per raggiungere punti lontani o spaccare rocce che ci bloccano il cammino. Sarà cruciale quindi pianificare la squadra di mostri da portare con noi prima di partire all’avventura.
Come ogni Monster Hunter che si rispetti, non manca un focus molto importante sul crafting. Sarà infatti possibile raccogliere risorse nel mondo di gioco per fabbricare pozioni e antidoti, ma ovviamente la parte più interessante si rivela essere la ricerca delle risorse ottenibili dai mostri, con le quali costruire armi e corazze sempre più potenti. In tal senso, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin non differisce affatto da un titolo della serie principale, con il giocatore inevitabilmente curioso di scoprire presso il fabbro della zona cosa fabbricare con le scaglie, le piume o le ossa ottenute da un nuovo mostro appena sconfitto. Il titolo si pone quindi come un Monster Hunter in tutto e per tutto, con la “sola” differenza nel combat system e la possibilità di poter avere una squadra di monstie al proprio seguito.
Interessante proprio la gestione di quest’ultimi, tramite il menù dedicato nella stalla dei principali centri abitati. Qui potremo far schiudere le uova di mostro trovate durante le nostre esplorazioni e soprattutto importare geni da e verso altri mostri tramite il Rituale Sciamanico. Ogni mostro dispone di 9 slot nei quali registrare abilità salendo di livello o tramite il Rituale, importandole da altri mostri. Ad esempio, tramite questa feature potremo importare attacchi elementali di fuoco su mostri che normalmente potrebbero apprendere solo attacchi di ghiaccio e così via. Ciò consente delle possibilità infinite di combinazioni con mostri via via sempre più elaborati e personalizzati. Sempre dallo stesso hub potremo inviare all’avventura i mostri che si trovano in panchina, così da fargli guadagnare punti esperienza e trovare oggetti rari utili durante le missioni.
Se pad alla mano il gioco mi ha convinto pienamente, c’è qualche appunto da fare riguardo il comparto tecnico e nello specifico sulla versione PC. Il gioco, pur risultando piuttosto leggero da gestire anche per i computer meno potenti, dispone di pochissime opzioni, con la scelta dei soli 16:9 per l’aspect ratio e le risoluzioni più comuni come 1080p e 720p, non supportando però soluzioni intermedie come il 1600×900, e neanche il monitor ultrawide o 16:10. Sulle impostazioni grafiche vere e proprie troviamo solamente antialiasing, qualità texture e ombre. Il fatto che l’edizione PC sia un porting da Nintendo Switch sembra quindi piuttosto palese, rimane però preferibile, portabilità a parte, grazie alla possibilità di essere giocato a risoluzioni e frame rate molto più alti, senza richiedere hardware di ultima generazione.
Dove tuttavia il titolo Capcom brilla davvero è nel suo comparto artistico in pieno stile anime giapponese, che quindi mette da parte quello più “realistico” visto in Monster Hunter World e Rise. Tutto questo è arricchito da cutscene assolutamente deliziose che alternano momenti carichi di epicità a situazioni più rilassate, spesso accompagnate dalla vena ironica tipica del brand. Menzione d’onore per la colonna sonora del gioco, con melodie inedite assolutamente orecchiabili e perfettamente adatte alla tipologia e al ritmo di gioco.
Sul doppiaggio troviamo la possibilità di scegliere tra inglese e giapponese, e inevitabilmente consiglio quest’ultima opzione, dato che parliamo di un titolo di origine nipponica. Il gioco in ogni caso è completamente localizzato in italiano per quel che riguarda i sottotitoli dei dialoghi e l’interfaccia utente.
Troviamo infine la modalità multigiocatore, che include un PvP abbastanza classico con scontri tra giocatori, ma soprattutto la possibilità di affrontare esplorazioni PvE assieme ad amici lungo le grandi aree di gioco, cacciando mostri e trovando tesori.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è un JRPG molto solido, che eleva il lavoro svolto con il primo capitolo verso nuove vette. Uno spin-off imperdibile per i fan del brand, ma sicuramente anche un gioco di ruolo giapponese che può donare decine se non centinaia di ore di divertimento tra i numerosi contenuti single-player e una componente multiplayer da non sottovalutare. Cercate un JRPG simil-Pokémon arricchito da una buona storia e caratterizzato dai classici marchi di fabbrica di Monster Hunter? Questo è il gioco che fa per voi.
Un ringraziamento speciale a Koch Media
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