Dune: Parte Uno

dune denis villeneuve recensione

Voto:

Dune è sicuramente uno dei capostipiti della fantascienza moderna. Il romanzo di Frank Herbert, datato 1965, è stato rivoluzionario nel genere per aver portato riflessioni sociali, economiche, filosofiche e religiose all’interno di una “space opera”. Inoltre un world building spaventoso e curato in ogni singolo dettaglio l’ha reso ciò che Il Signore degli Anelli è per il fantasy.

La storia del suo adattamento, invece, è molto triste e travagliata, essendo passato tra le mani di moltissimi registi tra i quali Jodorowsky, il cui ambizioso progetto non venne mai realizzato. Quando nel 1982 uscì nelle sale il primo film, diretto da David Lynch ma altamente castrato dalla casa di produzione, fu un flop totale, oltre ad essere poco o per nulla fedele al romanzo. Dopo quasi 40 anni è Denis Villeneuve, acclamato regista di Blade Runner 2049 e Arrival, a prendere il timone del nuovo film, fin dall’inizio annunciato come non un remake di quello di Lynch, ma proprio una nuova trasposizione, più fedele al materiale originale e per questo divisa in due parti, la cui prima è stata presentata fuori concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia.

dune 2021 paul

Volendo essere molto brevi sulla trama, Paul Atreides è il figlio del duca Leto, governatore del pianeta Caladan, sotto il feudo di Shaddam IV, l’imperatore dell’universo. Paul ha delle frequenti visioni sul suo futuro, che ultimamente si sono concentrate su una ragazza sconosciuta in un pianeta desertico. La Casa Atreides, su ordine dell’Imperatore, viene inviata sul pianeta desertico Arrakis per sostituire la famiglia Harkonnen, precedenti supervisori del luogo da cui estraevano e commerciavano la “spezia“, i quali sembrano tranquillamente ritirarsi sul loro pianeta Giedi Prime.

La spezia, che si trova solo nei deserti del pianeta e lo permea nella sua interezza, è una sostanza psicoattiva che serve per effettuare i viaggi interstellari, ed è per questo molto richiesta. Questa sua particolarità psicogena acuisce le visioni di Paul che sembra vedere molte possibilità diverse sul suo futuro, ma con l’ombra incombente di una guerra santa come unico esito possibile. La volontà di cambiare il futuro sarà ciò che spingerà Paul a compiere il suo viaggio e muoversi in territori sconosciuti, sia fisici che filosofici.

dune 2021 lady jessica

Denis Villeneuve ha sempre dichiarato di essere un fan dell’opera sin da ragazzo e, come per il sequel di Blade Runner, di essere onorato di poterne dare la sua visione. Il film è visivamente splendido, con degli scorsi desertici impressionati e una cura per il design quasi maniacale. L’estetica descritta nel libro si fonde in maniera così naturale ai dettagli rinnovati, che sembra di aver immaginato sempre così l’opera originale.

Il cast è di prim’ordine e, oltre ai protagonisti Timothée Chalamet e Rebecca Ferguson, spiccano un Dave Bautista sempre più attore completo e un Oscar Isaac perfetto per il ruolo del duca Leto. Anche la presenza alla colonna sonora di Hans Zimmer, che ha volutamente rinunciato alla sua collaborazione con Christopher Nolan su Tenet per poter lavorare al progetto (essendo anche lui un grande fan del libro), si fa sentire prepotentemente, con dei temi musicali tribali che si mescolano al post-rock fino ai field recordings per un’esperienza sonora che è un crimine non vivere al cinema.

dune 2021 timothee chalamet zendaya

Arrivando agli aspetti più interessanti, il film è costruito in modo perfetto, con una narrazione che non tralascia quasi nulla della prima parte del libro originale (che era già diviso in due), snellendo solo leggermente la sezione iniziale sul pianeta Caladan e alcuni momenti nel finale, senza però intaccare nulla di sostanzioso, non solo a livello di trama ma soprattutto di tematiche.

Dune è un libro che parla di potere, degli impulsi messianici della società che cercherà sempre qualcuno da seguire e per cui combattere una “guerra santa”, di come questo potere possa portare alla distruzione non solo umana, ma anche degli ambienti naturali, ad un colonialismo sfrenato, eliminando ogni tipo di speranza nelle popolazioni più “arretrate”. È anche una dissertazione esistenziale sul libero arbitrio, sulla possibilità di cambiare il futuro nonostante si conosca già il proprio destino, ma soprattutto su come quelle che chiamiamo superstizioni o profezie non siano altro che modelli costruiti ed inculcati, con cui i potenti tengono a bada gli sfruttati. Inoltre personaggi come Liet Kynes, che in questa nuova trasposizione è una donna, non perdono quasi nulla della loro forza narrativa, anzi, in questo caso è possibile anche aggiungere una metafora materna molto in linea col materiale originale.

dune 2021 verme

Quello che più mi esalta del Dune di Denis Villeneuve è proprio l’evidente cura con cui è stato realizzato. Neanche uno dei 155 minuti che compongono questa prima parte viene lasciata al caso, permettendo una narrazione sempre bilanciata, lenta ma piena di pathos e riflessioni. Villeneuve e il suo team sono riusciti nell’ardua impresa di trasporre un libro che faceva dei pensieri dei personaggi la sua forza, senza sovrabbondare di parole e scadere (qui il rischio era alto) in una retorica spicciola che non avrebbe nulla a che fare con l’opera di Frank Herbert.

Speriamo che il film incassi abbastanza per poterne vedere la conclusione: questo viaggio è appena cominciato e sarebbe un peccato tarpare le ali ad un artista come Villeneuve che ha dimostrato ancora una volta di meritarsi piena fiducia.

Lorexio Articoli
Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.