In attesa di vivere le nuove avventure di Kratos su console, Magic Press per la gioia dei fan continua a portare in Italia le pubblicazioni cartacee su God of War, che approfondiscono questa fortunata serie di videogiochi e la sua storia. Dopo L’Arte di God of War e God of War – Il fumetto, volumi focalizzati principalmente sul capitolo del 2018, ora è il turno di God of War – Il dio caduto, un altro fumetto che invece ci riporta più indietro, ricollegandosi alla conclusione della trilogia originale.
Anche questa volta la storia è scritta da Chris Roberson e disegnata da Tony Parker. Kratos ha appena sconfitto Zeus e fermato Atena, e desideroso di trovare un po’ di pace dopo tante battaglie e tanta sofferenza, decide di prendere il mare lasciandosi alle spalle la propria terra natia assieme al suo passato, finendo per sbarcare in Egitto. Come ben sappiamo, però, pace e tranquillità sono concetti decisamente estranei alla vita del fantasma di Sparta, e il suo passato tornerà sempre a tormentarlo.
L’aspetto più interessante di God of War – Il dio caduto è senza dubbio quello dell’inferno sulla Terra che si trova costretto a vivere Kratos. Non importa quante volte tenti di sbarazzarsi delle Lame del Caos, perché queste magicamente tornano sempre da lui, assieme a ciò che rappresentano, in un infinito ripetersi che mette a dura prova la sua sanità mentale. Ogni sforzo fatto dallo spartano per ottenere semplicemente un po’ di quiete è inutile: anche in terra straniera, per lui il destino è già tutto scritto, e suo malgrado non può far altro che arrendersi ad esso in un’ennesima fiammata di rabbia e violenza. “Sangue e furia sono la mia maledizione. Questo mondo è una prigione da cui non posso fuggire.”
Fatta eccezione per questo, si tratta di una storia molto poco rilevante, che non aggiunge realmente nulla rispetto a quanto raccontato nei videogiochi. Questa tappa in Egitto di Kratos durante il suo esilio aveva del potenziale, ma finisce col ruotare sostanzialmente attorno a un piccolo villaggio, rivelandosi molto limitata e deludente. Data l’ambientazione, terminata la lettura mi è rimasta la sensazione che Roberson abbia sprecato un mucchio di possibilità interessanti, come ad esempio far incontrare Kratos con un faraone, con degli schiavi, fargli vedere le piramidi… anche l’incontro con alcune delle divinità egizie purtroppo è molto blando.
L’intenzione è evidentemente ben altra, cioè quella di concentrarsi più che altro su una dimensione intima di Kratos, sul tormento che deve subire, ma nonostante questo sia ben rappresentato, il suo approfondimento psicologico rimane comunque molto superficiale. Un peccato, considerando il lavoro apprezzabile fatto in tal senso dallo stesso sceneggiatore nel fumetto precedente, ma a parer mio qui mancavano proprio i presupposti adatti, mentre nell’altra storia veniva esplorato meglio anche il rapporto del protagonista con il figlio Atreus, dando effettivamente qualcosa in più al lettore.
In quanto ai disegni, rimangono gli stessi problemi evidenziati nell’altro volume a fumetti edito da Magic Press. Tony Parker sembra ambire a una sorta di “realismo” nella rappresentazione dei personaggi, ma l’effetto che ottiene il più delle volte è quantomeno strano, a tratti persino ridicolo. Le espressioni sul volto di Kratos spesso sono troppo esagerate e in alcuni punti le proporzioni dei corpi vanno a casaccio. Anche questa volta, poi, i colori terribilmente piatti di Dan Jackson non salvano la situazione. Non fatevi ingannare dalle magnifiche copertine di Dave Rapoza (regular) e Gabriele Dell’Otto (variant), che alzano fin troppo le aspettative rispetto al contenuto effettivo. Del lato grafico salvo principalmente i combattimenti, che però occupano una piccola parte delle 96 pagine del fumetto.
God of War – Il dio caduto purtroppo mi ha lasciato l’amaro in bocca. Arrivato alla conclusione mi sono detto “tutto qui?”, perché il problema più grande è che questa storia non ha spostato di un millimetro la mia conoscenza di God of War e del personaggio di Kratos. Il modo in cui è rappresentato il tormento del fantasma di Sparta, arrivando quasi a non distinguere più la realtà dall’immaginazione, è di certo interessante, ma in fondo non è nulla di particolarmente inedito, e l’ottimo potenziale dell’ambientazione egizia viene totalmente sprecato. Alla luce di tutto ciò, mi sento di consigliarlo in particolar modo ai fan più hardcore della serie, a chi non vuole perdersi neanche il più piccolo tassello della storia di Kratos o chi, per semplice collezionismo, non può fare a meno di avere ogni cosa inerente a God of War.
Un ringraziamento speciale a Magic Press
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