Arriva finalmente nelle sale il terzo capitolo di Animali Fantastici, lo spinoff di Harry Potter ambientato circa sessant’anni prima delle vicende della saga madre. Un film senz’altro atteso per diversi motivi: oltre al compito di aggiungere qualche fondamentale tassello alla storia in attesa dello scontro finale – previsto per il quinto lungometraggio – ha attirato su di sé molta attenzione per il difficile recasting di Gellert Grindelwald. Infatti dopo il licenziamento di Johnny Depp a causa delle burrascose questioni legali con l’ex moglie Amber Heard, il personaggio è stato affidato a Mads Mikkelsen.
L’obiettivo che mi sono prefissata, non a caso, è analizzare entrambi questi aspetti, alla luce del fatto che sono quelli su cui vale la pena concentrarsi maggiormente, mentre soprattutto dal punto di vista tecnico il film non presenta alcun elemento degno di nota.
La storia si apre esattamente da dove si era concluso I crimini di Grindelwald: Albus Silente deve fare i conti con il patto di sangue suggellato da giovane proprio con Grindelwald, mentre cerca di reclutare sostenitori per contrastarlo. Sarà nuovamente Newt Scamander a correre in suo soccorso, collaborando con vecchi e nuovi amici, tra cui il fratello Theseus, Jacob Kowalski, Eulalie Hicks, Yusuf Kama e Bunty. Le premesse, come si poteva immaginare, sono in realtà molto semplici e ripropongono la classica battaglia del bene contro il male, dove i buoni attraversano anche una crisi esistenziale data dal fatto che, sulla carta, le motivazioni dei cattivi sono piuttosto “seducenti”. Non si può dimenticare infatti che, alla fine del secondo capitolo, Queenie Goldstein ha ceduto al fascino delle parole di Grindelwald, e della sua promessa di liberare maghi e streghe dall’oppressione delle fin troppo stringenti leggi sull’unione con i babbani.
I segreti di Silente si pone come un classico fantasy da manuale privo di grandi difetti. Dov’è allora che l’intera sceneggiatura inizia a scricchiolare? Purtroppo, essendo al momento programmati altri due film oltre questo, è evidente che gli sceneggiatori stanno “razionando” le informazioni fornite al pubblico in ogni singolo capitolo, facendo sì che non succedano mai grandi eventi. Infatti si ha l’impressione che la storia raccontata fin qui potesse tranquillamente essere racchiusa in meno episodi, ma sia stata annacquata per poterne ricavare qualche capitolo in più. “Sottile, quasi stiracchiato, come del burro spalmato su troppo pane” per citare un vero e proprio caposaldo del genere.
Non che manchino i colpi di scena, sia ben chiaro, ma se si crea hype durante tutta la durata del film (nonché prima con la campagna pubblicitaria) e poi si forniscono sì e no due elementi chiave – di cui uno piuttosto prevedibile e l’altro fondamentalmente irrilevante – si finisce con il perdere completamente l’attenzione del pubblico. Senza contare, inoltre, che il film si chiama I segreti di Silente per un motivo, cioè rivelare informazioni sul background del personaggio, anche se questo, a ben vedere, non accade. O meglio, forse alcune rivelazioni potrebbero colpire chi non ha mai letto i libri né letto gli aggiornamenti sulla saga di Animali Fantastici, ma è evidente che il target di riferimento sono proprio gli appassionati, che in quanto tali non solo hanno consumato i volumi cartacei, ma tendono anche ad informarsi avidamente su ogni piccolo dettaglio. Da questo punto di vista, dunque, il terzo film della saga sembra essere un capitolo di mezzo, che acquisterà senso soltanto una volta che saranno usciti quelli successivi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto – il recasting di Gellert Grindelwald – la situazione si fa ancora più spinosa. Nelle settimane in cui è stata lanciata la prima clip del film ed è stato mostrato per la prima volta Mads Mikkelsen nei panni del villain, in molti hanno sollevato un polverone criticando anche le sue qualità. Una polemica che non ha nemmeno senso di esistere, dal momento che non solo l’attore è eccellente in ogni ruolo fin qui interpretato, ma si è mostrato anche abile nel prendere le redini di un personaggio che non gli appartiene. Volendo esagerare, anche a costo di attirare le ire dei fan, il suo è persino un Grindelwald migliore di Johnny Depp. Pacato, mai eccessivo e proprio per questo più inquietante; ha dato davvero valore al personaggio, altresì collocato nella classica dimensione eccentrica in cui il suo predecessore si è cullato anche troppo a lungo.
Il problema, volendo davvero affrontare in faccia la realtà, è che il recasting in sé è stata una pessima mossa da parte degli studios, che addirittura hanno evitato di dare una spiegazione logica a questo importantissimo dettaglio. Non è la prima volta che il villain cambia volto, per cui sarebbe stato facile giustificare questa “scelta”, ma si è preferito fare tutto come se nulla fosse successo. Quindi, al di là del fatto che probabilmente Mikkelsen sarebbe stato la scelta migliore fin dall’inizio, è il modo in cui è stata gestita l’intera faccenda ad aver affossato l’operazione stessa. Una toppa, insomma, peggiore del buco.
Come anticipato, sulla regia e gli effetti speciali c’è ben poco da dire, seguono alla perfezione la regola d’oro dei blockbuster americani: la tecnica al servizio della storia. Non ci sono grandi movimenti di macchina o dettagli estetici che si possono definire autoriali, perché tutto si rende trasparente e invisibile a beneficio dello svolgimento. Certo, l’uso della CGI sembra essere decisamente migliorato rispetto a I crimini di Grindelwald (dove comunque era piuttosto scadente), ma dovrebbe essere la norma per un’industria che punta all’intrattenimento.
Anche le performance, fatta eccezione per quella del già citato Mikkelsen, rientrano negli standard, e ognuna della star – da Eddie Redmayne a Jude Law passando per Ezra Miller e Dan Fogler – porta a casa un lavoro senza infamia e senza lode.
Complessivamente Animali Fantastici – I segreti di Silente è un capitolo centrale privo di errori madornali (a parte la questione del recasting), ma al tempo stesso abbastanza dimenticabile. Mancando elementi davvero interessanti sia dal punto di vista narrativo quanto da quello tecnico, è soltanto un tassello incastonato al centro esatto di una saga in via di sviluppo, ma privo di una propria identità che lo possa rendere memorabile.
Un ringraziamento speciale a Warner Bros. Italia
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