Cip e Ciop: Agenti Speciali – Un perfetto ritorno all’infanzia

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Ricordate quando la mattina vi alzavate e, prima di andare a scuola, accendevate la tv su Rai 2 per guardare tutte le serie animate che il canale passava? Personalmente mi svegliavo prima di proposito per riuscire a vedere qualche minuto in più di quegli splendidi cartoni, prevalentemente targati Disney.

Sono passati più di vent’anni e non credevo, sinceramente, di potermi sentire ancora come quella bambina con le trecce che iniziava la giornata perdendosi nelle magiche atmosfere proposte dalla Casa di Topolino. Eppure, con mia enorme sorpresa, Cip e Ciop: Agenti Speciali (disponibile su Disney+) ci è riuscito, pur proponendo un lavoro in parte lontano anni luce dalla serie originale.

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La chiave del successo, senza dubbio, risiede nella capacità di rievocare abilmente i capisaldi del cinema con tecnica mista – come i classici Chi ha incastrato Roger Rabbit oppure Space Jam – innestandolo in ogni punto con citazioni provenienti dalla cultura pop, senza però mai sfociare nel bieco fan service.

Perfino la premessa della trama, per quanto semplice, è un vero e proprio colpo di genio per un lavoro di questo tipo. I primissimi attimi ci portano immediatamente in un mondo in cui – al pari del già citato film di Robert Zemeckis – i cartoni animati sono perfettamente integrati nella società. In questo contesto la voce fuori campo di Ciop ci racconta il primo incontro con il suo futuro inseparabile compagno, Cip. Si parla immediatamente di quel senso di emarginazione con cui è impossibile non empatizzare, perché fa parte del vissuto di gran parte del pubblico.

Un incipit di questo tipo cattura inevitabilmente la nostra attenzione, soprattutto perché fornisce un punto di vista diametralmente opposto a quello che avevamo da piccoli nel guardare la serie. Gli sceneggiatori hanno optato per un immaginario in cui i due piccoli protagonisti sono realmente esistenti e in cui tutto ciò che vedremo in seguito è un “dietro le quinte” dello show della nostra infanzia. Si crea insomma un legame inedito con i protagonisti, offrendoci la possibilità di emozionarci all’idea di vedere i nostri eroi ancora una volta in azione (puntando dunque sui sentimenti), ma facendoci calare nei loro panni da adulti quali siamo ora.

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Una rapida panoramica sul loro sodalizio lavorativo ci provoca, tuttavia, il primo doloroso colpo al cuore: Ciop decide di andare avanti con la sua carriera senza il suo compagno, compromettendo per sempre anche la serie che li ha resi celebri al pubblico. Anni dopo però si trovano di nuovo insieme per cercare di salvare uno dei loro più cari amici, caduto vittima della malavita. Ad aiutarli un’abile detective fan sfegatata di Agenti Speciali (interpretata da KiKi Layne), che a tutti gli effetti si pone come il nostro alter ego: chi non ha mai sognato di poter far parte delle avventure di Cip e Ciop, aiutandoli a risolvere un crimine, citando anche a memoria alcuni degli episodi che hanno reso celebre la loro serie?

Questa capacità di farci cambiare costantemente prospettiva, con ispirazioni più mature (come la presenza della criminalità organizzata) che innervano una trama fatta per colpire in pieno l’immaginario appartenente alla nostra infanzia è senza dubbio uno dei punti di forza del lavoro ma, come avrete capito, non è certo l’ultimo. Al contrario degli altri film citati, infatti, il comparto CGI si è spinto piuttosto oltre, riuscendo a far interagire tra loro personaggi con tipi di animazione profondamente diversi (2D, 3D, stop-motion…) e riuscendo anche a creare delle gag comiche basate proprio sulla loro differente natura.

Gli autori sono stati in grado di creare un vero e proprio pantheon di comparse che si integrano perfettamente nella storia, proponendoci uno scenario che ci ricorda quanto sia normale essere diversi senza troppe e pesanti retoriche moraliste (che in una commedia di questo tipo sarebbero anche risultate fuori luogo).

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Tra brillanti riferimenti alla cultura pop, una trama perfettamente capace di coniugare una narrativa adatta ad un pubblico ormai maturo ai ricordi d’infanzia di chi è cresciuto negli anni ’90, e una tecnica di animazione mista che offre infinite possibilità, Cip e Ciop: Agenti Speciali si è rivelato una vera a propria scoperta. 97 minuti che non rimpiangerete mai, nemmeno per una frazione di secondo, e che riusciranno a strapparvi (per parafrasare Charlie Chaplin) “un sorriso e una lacrima”.

Claudia_Smith Articoli
Piccola bambina cresciuta a pane e Dragonball, in tenera età scopre l'amore per tutto ciò che è narrazione, dai film ai libri fino ai fumetti di ogni tipo. Ad oggi cacciatrice compulsiva di news per tutto ciò che riguarda la cultura Nerd.

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