Jurassic World – Il Dominio

jurassic world il dominio

Voto:

È difficile commentare la conclusione di una trilogia che, per quanto mi riguarda, al di là della spettacolarità ha dimostrato sin dall’inizio non poche falle a livello logico e narrativo, e mi dispiace non riuscire ad approcciarmici con la dovuta spensieratezza. Ma andiamo con ordine.

Dopo la distruzione (ma che strano) del parco nel primo Jurassic World e l’esplosione a causa di un vulcano dell’isola che lo ospitava in Jurassic World – Il Regno Distrutto (che poi, costruire un parco dei divertimenti proprio lì…), ci eravamo lasciati con un nuovo mondo dove i dinosauri camminavano oramai indisturbati sulla Terra. E tralasciamo il fatto che il Dottor Henry Wu, conosciuto sin dal primo Jurassic Park del 1993, avrebbe dovuto essere dietro le sbarre già da un bel pezzo, anziché continuare indisturbato a realizzare disastri genetici.

jurassic world dominio henry wu

L’incredibile finale del secondo Jurassic World era una delle poche cose che veramente mi incuriosiva per Jurassic World – Il Dominio. Mi chiedevo: “dove andranno mai a parare? Come ci mostreranno l’integrazione tra umani, animali e dinosauri?” Anche la sinossi ufficiale sembrava prepararci a qualcosa di nuovo:

“Il film si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.”

Peccato però che tutta la questione dell’adattamento al nuovo mondo venga mostrata nei primi e negli ultimi 5 minuti di pellicola, e che la storia in realtà ruoti attorno a delle locuste geneticamente modificate e alla bambina-clone Maisie Lockwood, già conosciuta nel precedente capitolo. Non sto scherzando. I dinosauri ovviamente ci sono, ma i motori della narrazione sono questi due elementi.

jurassic world dominio chris pratt

Tra molteplici location sparse per tutto il globo, graditi ritorni del vecchio indimenticato cast e qualche new entry, sono evidenti le grandi ambizioni di Colin Treworrow (questa volta tornato anche alla regia), ma anche in questo caso tutto si riduce ad un luogo (che sia un’isola, un parco o un sito X dove fanno cose) gestito da qualche magnate, nel quale i protagonisti dapprima si recheranno e dal quale successivamente dovranno fuggire. Il problema non è tanto la semplicità della trama (che in molti casi è anche un pregio), ma la ridondanza mascherata da “grande novità”, tutte cose che certamente (e giustamente!) faranno la felicità del grande pubblico, intento a godersi solo del puro intrattenimento.

Quest’ultimo senza dubbio non manca, con sequenze spettacolari come l’inseguimento ambientato a Malta (rappresentata però più come una località africana che europea), momenti di tensione disseminati astutamente qua e là, sane scazzottate tra dinosauri e gradevoli momenti di quiete e approfondimento, conditi da dialoghi non eccelsi, ma mai noiosi. Il collegamento tra vecchio e nuovo cast, poi, si fa saggiamente attendere, ma permette allo spettatore di mantenere salda l’attenzione su entrambe le storyline presenti nel film, prima del loro congiungimento e del gran finale.

Risulta senz’altro azzeccata la scelta di (ri)presentarci Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcolm (Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, sempre belli come il sole) autonomamente, apparentemente distaccati dal cast della nuova trilogia, soprattutto in un film come Dominion, dove più che in qualsiasi altro capitolo dell’intera saga i dinosauri risultano un contorno anziché il fulcro della narrazione.

jurassic world dominio vecchio nuovo cast

Anche in questa avventura comunque i bestioni non mancano e troviamo nuove specie di dinosauri, tutti con il proprio minutaggio e con relative sequenze per mostrarceli in azione in tutta la loro letalità. Oltre i soliti (ma sempre in forma) T-Rex, Velociraptor, Brachiosauro eccetera, torna anche un tipetto non proprio simpaticissimo che, se la memoria non mi inganna, non vedevamo addirittura dal primo Jurassic Park. La CGI se la cava complessivamente bene, d’altronde come ci insegnava il buon vecchio John Hammond “qui non si bada a spese”, ma ogni tanto (sarà l’età) rimpiango inevitabilmente la presenza in scena di pupazzoni reali e tangibili.

Alle musiche troviamo Michael Giacchino, ormai diventato una garanzia, ed è senz’altro molto buono il lavoro che esegue nei differenti climax della pellicola, ma l’unico tema che riesce veramente a emozionare e restare impresso è sempre e comunque quello iconico di John Williams. Purtroppo anche uno come Giacchino viene messo in ombra da un tale gigante.

jurassic world dominio dinosauri

Se valutato come mero film d’avventura e intrattenimento, Jurassic World – Il Dominio fa dignitosamente il suo dovere, attraverso una narrazione non perfetta ma discreta, portando lo spettatore su un enorme giocattolone di 2 ore e 25 minuti che grosso modo passano senza troppi problemi. Se valutato come operazione nostalgia, non si può negare che l’interazione tra il cast storico e quello nuovo sia stata costruita in maniera adeguata, e che tutti i rimandi, gli easter egg e il fan service riguardanti la vecchia trilogia (e ce ne sono!) siano dosati con discreta oculatezza, senza dare mai fastidio. Ma se dovessi dare un giudizio oggettivo su quella che si pone come “L’epica conclusione dell’era Giurassica“, mi dispiace, ma non riesco ad essere così tanto magnanimo come quasi certamente lo sarà una grossa fetta di pubblico.

Probabilmente, nonostante i due mediocri capitoli precedenti, sbagliavo io ad avere un certo tipo di aspettative per questa conclusione, forse mi ero fatto illudere da quello che sembrava il fulcro di quest’ultimo Jurassic World. Ma, nonostante mi sforzi, non riesco a trovare nulla di “epico” in un gradevole film d’avventura con tanti bei dinosauri, del quale mi rimarranno impresse quasi esclusivamente le musiche di John Williams (di 30 anni fa), i graditi ritorni nel cast (anche perché il nuovo, diciamocelo, non ha attecchito minimamente come il vecchio), le immancabili botte tra dinosauri, il pensiero che tutto ruoti attorno a delle locuste e ad una bambina-clone, e al massimo l’essere riusciti a ridare un minimo di dignità al personaggio di Henry Wu… anche se non sono proprio sicuro che lo meritasse.

Un ringraziamento speciale a Universal Pictures

Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

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