Le bizzarre avventure di JoJo è l’opera magna che ha consacrato nel mondo dei manga e degli anime Hirohiko Araki, il quale ha impresso nel suo lavoro una cultura generale davvero impressionante. La serie è divenuta rinomata non solo per i suoi personaggi, ma anche per l’assurdità delle battaglie che si susseguono in ciascuna saga, per non parlare dei momenti comici che hanno persino fatto la storia del meme; per moltissime persone ormai rappresenta un pilastro e un’opera di culto.
JoJo però non si ferma unicamente alla carta e al piccolo schermo: la dinastia dei Joestar è sbarcata diverse volte anche nel mondo dei videogiochi, e quest’anno in particolare è tornata su console e PC con JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R, che riesuma l’apprezzatissimo picchiaduro approdato in origine su PlayStation 3. Personalmente ero scettico su questa operazione, ma pad alla mano mi sono leggermente ricreduto.
In un momento storico in cui il concetto di riedizione è messo in forte discussione, Bandai Namco ha deciso di ripubblicare in nuova veste il picchiaduro 2.5D sviluppato da CyberConnect2, maestri nella realizzazione degli arena fighter. Il titolo per fortuna non si affaccia sul mercato offrendo solo una pigra pulizia dell’immagine, come inizialmente temevo, bensì cela al suo interno nuovi contenuti tra cui personaggi e meccaniche di gioco extra che rendono la sua riscoperta decisamente più invitante. Ciò comunque non vuol dire che non siano state fatte delle rinunce: infatti la modalità campagna è stata sostituita da una più contenuta modalità All-Star Battle, una serie di combattimenti con modificatori che, in un modo o nell’altro, permettono di ripercorrere alcuni degli scontri più importanti di JoJo.
In questa modalità ogni pannello rappresenta uno scontro, che viene determinato dalla difficoltà e dal personaggio utilizzato: si dividono in diversi livelli fino a sbloccare la boss battle, la più remunerativa in termini di ricompense. Ogni serie di pannelli tuttavia è un mix di battaglie alquanto fantasiose, che arrivano a mescolare personaggi di storie diverse in combattimenti più impegnativi, creando così dei veri e propri what if. La All-Star Battle Mode è indubbiamente la portata principale dei contenuti in giocatore singolo, tuttavia non basta a colmare l’assenza di una vera e propria modalità storia, che avrebbe quantomeno potuto riproporre qualche filmato per ripercorrere le vicende di JoJo in maniera più soddisfacente. Tale modalità infine è un susseguirsi di missioni utili a sbloccare svariate ricompense, ma la vera nota negativa risiede nella parte 8: JoJolion. Sebbene al lancio avvenuto nel 2014 fosse poco il materiale da trattare, col manga finalmente concluso si è persa l’occasione di dare risalto a nuovi personaggi, e magari di rappresentare un punto d’ingresso per una saga alquanto trascurata dai fan.
I contenuti per giocatore singolo però non finiscono qui. Oltre alla All-Star Battle, utile soprattutto per sbloccare oggetti cosmetici e guadagnare monete d’oro da spendere nello shop, vi sono una serie di modalità con cui è possibile mettersi alla prova. Per farsi le ossa prima di gettarsi nella mischia del multiplayer troviamo l’immancabile Arcade, che oltre alla Versus Mode riserva dei tornei da poter giocare in solitaria o con un amico in locale, i quali variano addirittura a seconda della difficoltà. A seguire troviamo la modalità Sfida, che include la più appetitosa Battaglia Infinita. Quest’ultima si presenta come la più tipica delle survival mode, dove la scia di vittorie combacerà con un graduale aumento della difficoltà. Infine c’è l’immancabile modalità Allenamento, in cui è possibile esercitarsi con le combo di tutto il roster di combattenti.
Esauriti i contenuti single-player, la strada da percorrere è quella del multigiocatore, che si presenta con una struttura alquanto essenziale: match amichevoli oppure partita classificata, entrambi eseguibili in partita pubblica o in una sala privata con un amico. Ho dedicato diverso tempo al comparto online di All-Star Battle R, ed è difficile non menzionare l’instabilità della connessione durante le partite. Infatti i server non sempre hanno garantito delle performance solide durante i match, e tra lag e disconnessioni non è stato semplice portare a termine tutti gli scontri. L’assenza dell’ormai popolare rollback netcode ha evidenziato le problematiche di un’infrastruttura online non proprio al top, e non mi resta che augurare a CyberConnect2 di ripercorrere i propri passi su tale scelta.
Dal lato del gameplay, JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R si presenta alquanto semplice e alla portata dei neofiti. Il suo sistema di combattimento sposa la filosofia dei Tekken e degli arena fighter, con la possibilità di muoversi all’interno dell’arena quasi liberamente. Le arene, 16 in questa nuova versione, includono diverse interazioni che attivano qualche piccolo vantaggio, rievocando durante il combattimento alcuni momenti della serie di JoJo. Il sistema di combattimento è stato rinfrescato attraverso alcuni piccoli miglioramenti, risultando di facile comprensione grazie anche al sistema Easy Beat, che permette con la pressione di un singolo tasto di elaborare delle combo di media complessità.
Una meccanica che indubbiamente renderà più facile l’approccio al gioco, ma che evidenzia anche un aspetto negativo della sua economia ludica, riconducibile ad un mancato senso di profondità. Sia chiaro, trai ben 51 combattenti è facile trovare quella tanto ricercata varietà, anche perché JoJo divide i suoi personaggi in varie categorie che hanno i loro meccanismi (come l’enorme differenza tra gli utilizzatori dell’energia concentrica e i portatori di stand), ma è il gameplay stesso a non proporre delle meccaniche più complesse, le quali sicuramente avrebbero trovato un’accoglienza positiva da parte di un pubblico più hardcore.
Entrando più a fondo nel suo combat system, Jojo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R è un picchiaduro 1 vs 1 dove la differenza la fanno gli stili di ciascun personaggio e le loro abilità. Mentre il gameplay riprende tutti gli elementi base del picchiaduro moderno, in questa riedizione troviamo l’inserimento di una meccanica assist, che permette di scendere in campo con un personaggio di supporto che potrà unirsi alle nostre combo o proteggerci dall’offensiva avversaria. Il vero fulcro nevralgico però risiede negli stili: attraverso la barra super che potrà essere riempita combattendo o, in alcuni casi, anche usando la respirazione concentrica, si ha accesso a una serie di mosse devastanti e fedeli all’opera originale. Nel caso dei portatori di stand il discorso si evolve ulteriormente, con variazioni delle combo, risvegli o mosse uniche, rimarcando quell’aspetto fanservice che non guasta mai.
Tuttavia vi è una criticità nel bilanciamento dei personaggi: combattenti come Pet Shop e Narancia Ghirga, che utilizzano un approccio dalla distanza, riescono fin troppo facilmente a bloccare qualsiasi iniziativa del loro avversario grazie anche ad uno spam delle mosse alquanto repentino. In alcuni match online personalmente ho trovato a dir poco impossibile poter reagire agli attacchi di quest’ultimi, poiché la loro rapidità e il loro attacco dalla distanza vanificano qualsiasi reazione. Ovviamente questo sbilanciamento non si limita unicamente ai due soggetti in questione: bisogna considerare anche il divario tra i portatori di stand e gli utilizzatori dell’energia concentrica, e come i primi possano sopraffare i secondi senza troppi problemi, a patto di non trovarsi contro un avversario decisamente formidabile.
Sebbene siano diverse le aggiunte contenutistiche, la vera differenza la fanno i miglioramenti tecnici apportati al titolo con questa riedizione. Rispetto al gioco pubblicato nel 2014, Jojo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R offre un frame rate decisamente più fluido e stabile, toccando finalmente gli obbligatori 60 fotogrammi al secondo, che cambiano decisamente la fruibilità dell’esperienza. Difatti i ritmi degli scontri risultano più sostenuti e la reattività dei combattimenti più immediata, raggiungendo così un risultato finale persino più soddisfacente. Anche la qualità visiva ha riscontrato qualche miglioramento: la grafica risulta più pulita e definita, con colori ravvivati e modelli poligonali smussati, dando infine maggiore risalto al character design di Hirohiko Araki.
Insomma, dal videogioco alla serie anime il passo è quasi breve e questo serve a rimarcare la capacità di CyberConnect2 di creare un prodotto tie-in di tutto rispetto. Ciononostante, le criticità risiedono purtroppo nel comparto online. Il multiplayer, che dovrebbe costituire l’esperienza principale per gli appassionati dei picchiaduro, viene afflitto da un netcode delay-based, rendendo così impraticabile non solo il matchmaking, ma anche le partite. Infatti l’instabilità dell’infrastruttura di rete rende alquanto ostico poter usufruire della componente online, ed è un peccato considerando che i picchiaduro oggigiorno godono dell’ottimo rollback netcode, che ha reso l’esperienza online più accessibile.
JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R si ripresenta come un picchiaduro alla portata di chiunque, fornendo ai neofiti tutti gli strumenti necessari per apprendere il suo gameplay. Ma se da un lato l’accessibilità rende senza dubbio più allettante il titolo, che si rivolge quasi esclusivamente ai fan di JoJo, dall’altro l’assenza di un gameplay maggiormente approfondito e meccaniche più rifinite crea un mix di pregi e difetti. Il fanservice tuttavia rende questa riedizione un tie-in pregevole, a patto di tuffarsi in un picchiaduro rimasto ancorato agli stilemi della scorsa decade. Sicuramente i nuovi contenuti, tra cui un roster di combattenti arricchito, rendono più succulento il ritorno di questo titolo, a patto di giocarlo in casa con amici e non online contro ignoti.
Un ringraziamento speciale a Bandai Namco
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