Il mio nome è Dalton Russel. Fate attenzione a quello che dico perché scelgo le parole con cura e non mi ripeto mai. Vi ho detto il mio nome è questo è il Chi. Il Dove lo potremmo anche descrivere come la cella di una prigione, ma c’è una bella differenza fra trovarsi chiusi dentro a una cella e trovarsi in prigione. Il Cosa è facile: ho realizzato un piano in questi giorni allo scopo di eseguire la rapina perfetta ad una banca. Che è anche il Quando. Riguardo al Perché: a parte le ovvie motivazioni economiche, è estremamente semplice… perché lo so fare. Ci resta solo il Come da svelare – Inside Man
Tra i boardgame che considero più peculiari e distanti dall’approccio classico ci sono da una parte le Escape Room da tavolo, dall’altra i titoli investigativi come Sherlock Holmes Consulente Investigativo. Due tipologie di giochi che si differenziano dal solito, scegliendo di farci vivere un’esperienza più narrativa, volta a coinvolgerci e immergerci nel racconto, mentre utilizziamo la nostra intuizione e le nostre capacità mentali per venire a capo della situazione.
Non nascondo di essermi avvicinato solo negli ultimi anni a questo differente modo di intendere il gioco da tavolo, essendo abituato ad esperienze che puntavano perlopiù sulla rigiocabilità e sul miglioramento delle proprie capacità partita dopo partita. Ma più mi addentro in queste diverse categorie, più trovo possano essere una piacevole alternativa al solito stile di gioco, capace di offrire esperienze di gruppo interessanti anche per chi è meno avvezzo ai giochi da tavolo. Così mi sono ritrovato molto incuriosito da The Heist, pubblicato da MS Edizioni. Il titolo infatti prometteva una formula innovativa in grado di fondere proprio alcuni elementi delle Escape Room da tavolo con quelli degli investigativi, offrendo ai giocatori un’esperienza denominata dagli autori Live Mission Game.
The Heist, ideato da Igor Korotitskiy e Alexander Krys, è di fatto un collaborativo della durata approssimativa di 90/150 minuti, pensato per essere giocato da 1-5 giocatori (personalmente consiglierei di giocarlo proprio in 4 o 5) dai 14 anni in su. L’incipit narrativo ci chiederà di vestire i panni di ex membri dell’MI6, contattati dall’Agente Speciale Usher per portare a termine la sua missione: organizzare e guidare una rapina in banca con lo scopo di sottrarre i fondi di un cartello criminale altrimenti destinati ad un grosso attacco informatico. Questa trovata verrà quindi usata per trasformare le nostre stanze da gioco in un vero e proprio quartier generale di coordinamento e investigazione.
Dopo aver familiarizzato con i vari contenuti all’interno della scatola di gioco (estratti dell’investigazione dell’Agente Usher che ci sono stati recapitati) e aver, più o meno, compreso alcuni aspetti del colpo che ci troveremo a guidare, cellulare alla mano dovremo scansionare un QR code e utilizzare l’app Telegram (servirà anche una connessione internet). In questo modo potremo concertare le nostre azioni con quelle dei tre Agenti sul campo (un Hacker, una Ladra e un Soldato) e di un coordinatore (Alpha, in una qualche misura anche “l’aiuto” interno del gioco qualora servisse); dovremo insomma calarci all’interno di una missione in tempo reale.
Immaginiamo di intavolare una partita in 4 giocatori: per coordinare al meglio l’operazione verrà chiesto a ognuno dei 4 di fungere da contatto Telegram diretto per uno specifico Agente. I tre sul campo ci chiederanno come procedere, dove andare, cosa fare, per poi restare in nostra attesa (o aspettare il momento giusto per entrare in azione) mentre Alpha sarà a nostra disposizione per offrirci eventuale supporto (insomma, i soliti suggerimenti per non bloccarci).
La partita si converte quindi in un flusso di gioco rapido ma mai affannoso, in cui dovremo costantemente scambiarci informazioni, coordinarci tra noi e con gli Agenti e capire, di volta in volta, cosa fare e per chi, in un’esperienza su binari che ibrida sapientemente la componente investigativa con alcuni enigmi tipici delle Escape Room, aggiungendo al tutto un’importante componente tecnologica e dal sapore moderno.
A tal proposito, la fusione tra tecnologia e materiali fisici funziona alla perfezione. Tra i contenuti all’interno della scatola troveremo infatti uno schema del piano d’azione pensato per il colpo, mappe della città, della banca e di un particolare parcheggio, varie fotografie, post-it con alcuni appunti, stampe di screen dei cellulari, mail e ricerche online. Tutto questo sarà sempre a nostra disposizione per capire cosa far fare ai nostri Agenti (di fatto dei bot Telegram) e come rispondere alle loro richieste. La componente tecnologica rientrerà invece sia nell’interazione con gli Agenti (Alpha, Dark Dante, Ma Tahari e Tyler D) tramite Telegram, con foto e piccoli video che ci invieranno (mostrando “in tempo reale” cosa stiano facendo), sia nell’uso che dovremo fare dei nostri cellulari, tra ricerche online e altre sorprese che non nominerò per mantenere in voi l’effetto wow.
Queste due componenti saranno poi esaltate dal costante andirivieni tra chat e consultazione dei materiali di gioco, magari per identificare un posto sulla mappa o utilizzandoli proprio per risolvere un qualche “enigma”, così da dire all’Agente di turno come andare avanti. La sensazione che scaturirà dall’esperienza sarà in tutto e per tutto assimilabile a quanto visto in tonnellate di film e serie tv: noi saremo il centro di controllo e coordinamento che dovrà, di volta in volta, risolvere i problemi degli Agenti e guidarli attraverso gli imprevisti verso la riuscita del colpo. Queste sensazioni contribuiscono a rendere The Heist un prodotto a suo modo originale e interessante, ricco di carattere e in grado di inserirsi senza problemi in un panorama di giochi simili sempre più popolato.
Se amate titoli di questa tipologia e apprezzate la fusione tra elementi reali e ludici non potrete non restare soddisfatti da ciò che The Heist vi proporrà. Malgrado infatti si stiano seguendo dei binari narrativi scritti per noi, la sensazione restituita sarà proprio quella di essere parte attiva dello svolgimento degli stessi sapendo, anzi, di essere stati cruciali nella riuscita del tutto. I materiali di gioco, come anche i bot realizzati, riescono a mantenere l’incanto e, richiedendoci di fatto di utilizzare i nostri cellulari per rompere la famigerata “quarta parete”, contribuiscono non poco nell’immersione narrativa e ludica. Essi invaderanno i nostri abituali spazi di vita quotidiana per renderli, a loro modo, “parte del gioco”, intento presente in vari giochi moderni ma (a mio dire) sempre encomiabile.
I limiti del gioco sono ovviamente intriseci alla tipologia a cui appartiene: stiamo parlando insomma di una singola esperienza ludica, che si vivrà una sola volta per poi accantonare il titolo. Voglio però spezzare una lancia in favore di The Heist: non ci verrà richiesto di rovinare alcun materiale di gioco (cosa che invece molte Escape da tavolo fanno), e questo si può tranquillamente tradurre in un “passaggio di mano” tra giocatori, aumentando il suo valore di utilizzo assoluto. Inoltre il costo non elevato del gioco lo colloca in una fascia di prodotti tranquillamente utilizzabili da un gruppo di amici per passare una serata differente dal solito e, magari, cominciare a scoprire l’interessante mondo del boardgame (a fronte di una piccola spesa per ogni giocatore).
Sul fronte della difficoltà, posso dire di non aver mai trovato grosse complicazioni nel corso dell’avventura. Solo in fase conclusiva io e il mio gruppo ci siamo imbattuti in qualche inghippo totalmente legato al nostro “non cogliere” il prossimo passo da fare, poiché improvvisamente meno guidati del solito. Non valuto però la difficoltà medio-bassa generale in modo negativo, perché l’esperienza da “colpo in banca in tempo reale”, per essere efficace, richiede proprio di non andare incontro a eventuali paralisi nel corso della partita. In merito alle difficoltà finali va poi considerato come l’improvvisa assenza di una guida riesca a essere narrativamente sensata: il colpo è andato a segno e ora sta al coordinamento concludere la missione utilizzando i propri mezzi. Per i giocatori meno esperti va infine considerata la presenza di Alpha, pronto a dare supporto con i suoi consigli. Dovendo cercare il pelo nell’uovo, forse avrei preferito un paio di enigmi (magari opzionali) di difficoltà crescente, così da ampliare le possibilità del titolo in termini di sfida e longevità.
Consiglio di cuore The Heist a tutti gli amanti di questa tipologia di giochi e non solo, perché malgrado l’evidente canovaccio narrativo da seguire l’esperienza sarà a suo modo fresca e interessante, con un lavoro sulle interazioni in grado di coinvolgere anche tecnologie moderne e approcci nuovi al gaming.
Un ringraziamento speciale a MS Edizioni
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