Un elegantissimo cartonato, impreziosito da un segnalibro in tessuto rosso, raccoglie cinque dei racconti più inquietanti di Emily Carroll. Si tratta dell’antologia a fumetti Nei Boschi, edita da Tunué.
Già da un primo sguardo, semplicemente sfogliando il volume, è possibile notare l’unicità che caratterizza i singoli racconti: hanno lunghezze diverse e, anche se lo stile di disegno è coerente, la componente coloristica cambia di volta in volta, assecondando le diverse atmosfere. Emerge così già un primo lato dell’autrice: la sua adattabilità, la grande voglia di raccontare le sue storie senza rimanere intrappolata nei suoi stessi schemi e nel suo stile, a prescindere da quale sia la lunghezza.
Alcuni racconti constano infatti di poche pagine, altri di decine. Ogni storia ha la sua identità, che la rende memorabile e autonoma, distaccata dalle altre, fattore che aiuta sia nella scelta della lettura, sia nella sua modalità, divorando il volume tutto d’un fiato o concedendosi delle pause. Queste ultime a mio dire sono quasi necessarie per permettere ad ogni racconto di entrare sottopelle, assorbirne l’essenza e rifletterci su per comprenderne tutte le sfumature.
La narrazione di Emily Carroll infatti non è né immediata né tantomeno semplice. Il suo stile è d’impatto, caratterizzato da dialoghi non rinchiusi nei classici balloon, ma scritti a mano (anche questo conferisce ulteriormente atmosfera, dando quasi la sensazione di leggere realmente un fumetto di stampo vittoriano). Nei Boschi è da seguire con gli occhi e con la mente, non si presta a una lettura disattenta e superficiale.
L’autrice è ben consapevole dei suoi mezzi, e dimostra di non aver bisogno di sfruttare necessariamente un’atmosfera tetra, scura e cupa per narrare l’orrore e la tragedia. Utilizza tutta la palette di colori, a volte saturando le intere atmosfere con vignette dagli sfondi arancio, viola o blu, giocando con le varie tonalità sia per gli sfondi che per i personaggi. Non sperimenta solamente con i colori, ma anche con le forme: trasforma, allunga, mostrifica, tutta la graphic novel è ideata nel modo più ottimale per narrare le storie e trasmettere il loro messaggio al lettore, creando una connessione emotiva e visiva molto efficace.
Il ritmo è coinvolgente e la narrazione, nonostante richieda attenzione e abbia spesso un andamento singolare nell’assecondare le tematiche di ogni storia, è piacevole. In generale i vari racconti non tendono allo splatter: l’autrice preferisce giocare intelligentemente sul coinvolgimento e sulla tensione, dimostrando che l’horror non deve necessariamente essere caratterizzato da bagni di sangue e budella sparse ovunque, ma può anche elevarsi (quasi poeticamente) a un altro livello, spaventando ugualmente se non di più.
Nei Boschi può sembrare una lettura semplice, ma non lo è: è un vortice dentro il quale si viene trascinati orrore dopo orrore, disgrazia dopo disgrazia. Emily Carroll descrive un mondo mistico, di ambientazione vittoriana, delicato e ingenuo, dove c’è sempre qualcosa di inaspettato. Come un abile bardo, l’autrice irretisce il lettore trasportandolo verso lande di desolazione. Tunué accoglie nel suo catalogo un fumetto horror che non può mancare nelle librerie di tutti gli amanti del genere.
Un ringraziamento speciale a Tunué
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