Se il brand Call of Duty non necessita di presentazioni, molto si deve alla popolarità che ha acquisito nel corso della settima generazione di console, quando è letteralmente esploso su Xbox 360 e PlayStation 3 grazie soprattutto a titoli e personaggi memorabili figli del lavoro di Infinity Ward. Quest’ultimo infatti è il team dietro allo sviluppo dell’originale trilogia Modern Warfare, che fece il suo debutto nel 2007 con Call of Duty 4: Modern Warfare per poi concludersi nel 2011 con Call of Duty: Modern Warfare 3.
Dopo alcuni titoli meno riusciti, nel 2019 Infinity Ward ha deciso di riprendere in mano Modern Warfare attraverso un vero e proprio reboot, rimescolando le carte in tavola e portando su schermo un setting più attuale, svolgendo inoltre un lavoro di rivisitazione dei personaggi legati al mondo della fortunata saga. A distanza di 3 anni dal primo capitolo reboot dedicato alla Task Force 141, oggi dunque vi parlo del suo seguito Call of Duty: Modern Warfare II, che si configura inoltre come il primo titolo del brand con un supporto di due anni. Il prossimo capitolo infatti è previsto per il 2024.
La campagna di gioco prende il via nel presente, a fine 2022, e nel corso di 17 missioni di lunghezza variabile e ambientate in vari angoli del globo terrestre vedrà i protagonisti alle prese con cartelli della droga, terroristi e milizie di vario tipo. Le location includono il Messico e le zone limitrofe al confine statunitense, alcuni paesi del Medio Oriente, due sezioni in Europa tra Spagna e Olanda, e infine la città di Chicago. La varietà non manca di certo, con missioni mai noiose o ripetitive e una campagna che nel complesso mantiene sempre un ottimo ritmo, incollando il giocatore allo schermo dall’inizio alla fine.
Il titolo Modern Warfare storicamente è associato spettacolarità, frenesia d’azione ed entrate in scena d’effetto. Con il reboot invece sembra che Infinity Ward abbia voluto rivedere queste priorità, e in questo secondo capitolo la cosa è ancora più evidente, con l’inserimento di vere e proprie missioni stealth dove saremo disarmati e, grazie all’introduzione di un basilare crafting, dovremo procedere senza essere scovati dai nemici. L’introduzione di questa meccanica è sicuramente un elemento di novità per Modern Warfare, ma soprattutto è di grande aiuto nel rendere estremamente variegate le missioni della campagna. La narrazione, rimanendo nei canoni tipici di Call of Duty, vede sempre gli Stati Uniti e i loro alleati contro la minaccia terrorista araba o russa, quindi su questo fronte non ci sono particolari novità.
Più articolato invece è il discorso relativo ai personaggi storici della saga: alcuni di essi risultano approfonditi e trattati con rispetto della trilogia originale, altri invece sono stati completamente stravolti o banalizzati, una vera delusione per i giocatori di lunga data (tra cui il sottoscritto). Non manca una potente dose di fanservice che farà la gioia di molti, ma onde evitare spoiler non entrerò ulteriormente nel dettaglio. La campagna è quindi convincente nel complesso, con una modesta longevità che si attesta tra le 5 e le 8 ore in base alla difficoltà scelta, ma permangono dei dubbi per un inevitabile terzo capitolo, alla luce delle scelte fatte su alcuni personaggi come evidenziato poco sopra.
Pad alla mano il gunplay si rivela ottimo e immediato come sempre, con una buona differenziazione tra le varie tipologie di armi da fuoco, che però non si avvicina in nessun caso al realismo o presunto tale come in titoli del calibro di Arma o (in modo meno evidente) Battlefield. Il rodatissimo gameplay di Call of Duty torna quindi più in forma che mai in questo nuovo capitolo, senza stravolgimenti o sorprese: chi non lo ha apprezzato nei giochi precedenti molto difficilmente riuscirà a digerire quanto fatto in Call of Duty: Modern Warfare II.
Per questo nuovo titolo, Infinity Ward si è avvalsa dell’ultima versione dell’IW Engine, la 9.0, ottenendo una resa visiva assolutamente lodevole che, oltre a sfruttare un sistema d’illuminazione ulteriormente migliorato rispetto a quello del capitolo precedente, può fare affidamento alle nuove funzionalità di distruttibilità ambientale dell’engine. Quest’ultime, introdotte con Call of Duty: Vanguard, qui vengono sfruttate in maniera molto più avanzata con interi edifici rasi al suolo, torri radio che crollando creano danni ad ambiente e abitazioni, e chi più ne ha più ne metta. Inoltre, il potenziamento tecnico ha visto anche un miglioramento dell’intelligenza artificiale dei nemici: non ci sono cambiamenti radicali, ma è facile notare un comportamento più reattivo degli avversari ai livelli di difficoltà più elevati. Fa capolino anche un nuovo sistema dedicato al rendering dei fluidi conseguentemente alla simulazione dell’acqua, oltre ad un miglioramento del Variable Rate Shading, per l’ottimizzazione delle risorse hardware su console current gen e schede video di ultima generazione.
Nella versione Xbox Series X|S sono presenti due modalità grafiche, una a 60fps e l’altra a 120fps. Nel primo caso entrambe le console di casa Microsoft svolgono un buon lavoro, con un frame rate ancorato al target e una risoluzione di riferimento vicina al 4K nel caso di Series X, e 1440p nel caso di Series S. Con l’opzione a 120 fotogrammi al secondo l’ammiraglia di casa Microsoft effettua un taglio della risoluzione avvicinandosi ai 1440p, mentre la sorella minore punta ai 1080p. I 120 frame non si rivelano fissi su nessuna delle due macchine e, come sempre, è consigliato l’utilizzo di un monitor o TV con supporto alla tecnologia VRR/Freesync, così da evitare scatti o episodi di tearing nel caso di fluttuazioni del frame rate. Series S è senz’altro la console più in difficoltà nella modalità a 120 frame, ma subisce in ogni caso un boost considerevole della fluidità rispetto alla modalità a 60hz. Presente inolte il supporto ad HDR e Dolby Vision per i pannelli compatibili.
I vari aggiornamenti tecnici effettuati dal team di sviluppo hanno interessato anche la componente audio, che in un titolo come Call of Duty non è certamente da sottovalutare. Nello specifico i miglioramenti riguardano la direzionalità dell’audio e l’effetto 3D dello stesso, che è stato rivisto anche compatibilmente con le codifiche audio delle console di attuale generazione, quali Dolby Atmos o Tempest, il sistema proprietario di PlayStation 5.
Come ogni Call of Duty che si rispetti, non si può infine non parlare del comparto multiplayer online, ormai vera e propria colonna portante della serie da oltre un decennio. Come di consueto troviamo modalità classiche come Deathmatch a Squadre, Dominio e Cattura il QG, ma anche nuove modalità ad obiettivi tra cui Knockout o altre pensate per 24 giocatori come nel caso di Guerra Terrestre, con veicoli di cielo e di terra. La base da cui gli sviluppatori sono partiti è senza dubbio il Modern Warfare del 2019, con un time to kill diverso da Cold War e Vanguard, ma soprattutto un ritmo più lento e ragionato, ovviamente rimanendo sempre nei canoni di un Call of Duty. Infinity Ward da questo punto di vista si è concentrata più su un lavoro di limatura dell’ottimo compito già svolto che su una rivoluzione vera e propria.
Ci troviamo quindi davanti ad un classico multiplayer di Call of Duty, ulteriormente rifinito e forte delle dinamiche di gioco tradizionali della serie. Con la presenza di oltre 50 armi uniche e una selezione di accessori pressoché infinita, l’armaiolo di Call of Duty: Modern Warfare II si rivela uno dei punti forti dell’offerta multiplayer, consentendo al giocatore una personalizzazione del proprio equipaggiamento senza precedenti.
Sulle mappe di gioco troviamo una generosa selezione di scenari, alcuni frutto di un ottimo lavoro di level design e bilanciamento (con una ritrovata verticalità per la serie), altre più problematiche e inevitabilmente da rivedere. Presente anche una sezione relativa al Season Pass, mentre scrivo ancora disabilitata, che vedrà luce in concomitanza con il lancio di Warzone 2.0.
Durante la mia prova, in particolare nei giorni a ridosso del lancio, non sono mancati episodi di lag, alcuni bug di troppo e qualche respawn mal calibrato, problematiche però risolte in gran parte in fase di recensione con patch e aggiornamenti lato server. Impossibile non menzionare l’interfaccia utente della sezione multiplayer, al momento estremamente caotica e confusionaria, che necessiterebbe senz’altro di essere fortemente snellita se non rivista da zero.
Call of Duty: Modern Warfare II non si discosta eccessivamente dai canoni della serie, ma al contempo non si nega qualche libertà creativa, con l’introduzione di meccaniche inedite per la serie e la rivisitazione di alcuni personaggi storici, sorprendendo a volte in positivo e altre in negativo. Il lavoro di aggiornamento svolto sul piano tecnico è notevole e all’altezza delle aspettative per un titolo di fine 2022.
Il multiplayer, come sempre pezzo forte della produzione, si rivela uno step evolutivo di quanto visto nel 2019, nel bene e nel male. Non mancano alcuni “problemi di gioventù”, ma il team di sviluppo si è rivelato reattivo nel risolvere determinate problematiche già nelle prime settimane di gioco. Se come il sottoscritto non vedevate l’ora di tornare nella Task Force 141 e apprezzate la rodatissima formula multiplayer di Infinity Ward, non potete che fare vostro Modern Warfare II.
Un ringraziamento speciale ad Activision
https://www.youtube.com/watch?v=_mHWYy37T7I
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