Si è sempre sentita la necessità di un videogame che rendesse giustizia al Wizarding World nato oltre vent’anni fa dalla penna di J.K. Rowling con il primo libro di Harry Potter. Nel corso del tempo non sono mancati giochi dedicati alla saga, usciti in concomitanza con i film, ma si trattava di tie-in malriusciti che si limitavano a riproporre in chiave ludica la storia già narrata nei romanzi e sul grande schermo.
Oggi sono qui per raccontarvi la mia esperienza con Hogwarts Legacy, gioco sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. Games, che già dai primissimi trailer prometteva di essere l’opera videoludica definitiva, quella che i fan del brand hanno sempre sognato.
Al primo avvio, il gioco ci consente di creare il nostro alter ego con un editor non estremamente ricco, ma tutto sommato buono e con un discreto grado di personalizzazione. Narrativamente parlando Hogwarts Legacy si discosta dalle opere originali: ci troviamo infatti nel tardo XIX secolo, in una Hogwarts precedente agli eventi visti in Harry Potter, e (caso molto particolare) vestiremo i panni di uno studente unico nel suo genere, dato che inizieremo a frequentare la scuola di magia e stregoneria dal quinto anno anziché dal primo. Dopo la breve sequenza introduttiva in cui faremo la conoscenza del professor Fig, insegnante che ci introdurrà a Hogwarts, parteciperemo alla celebre cerimonia di smistamento, dove avremo modo di scegliere una tra le quattro celebri case: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso. Optare per una casa piuttosto che un’altra non comporterà differenze importanti in termini di trama o di caratteristiche del nostro personaggio: saranno differenti le conoscenze che faremo nel castello, qualche passaggio marginale della storia e ovviamente la sala comune della casa scelta.
Hogwarts Legacy presenta un racconto lineare, senza bivi narrativi particolari, limitandosi a una singola possibilità di scelta durante le battute finali di gioco. In tal senso quindi è giusto sottolineare come il titolo non sia simile ai Persona (spin-off di Shin Megami Tensei), con lezioni da seguire e quant’altro, ma segua invece l’approccio classico degli open world occidentali che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni. Gli eventi narrati nell’opera di Avalanche Software risultano interessanti da seguire anche per chi è totalmente estraneo alla saga, ma chiaramente ne godranno appieno i fan, poiché si fa luce su questioni appena accennate nelle opere originali focalizzandosi sulla magia antica, il potere che ne deriva e la sua origine. Non mancano ovviamente tantissimi riferimenti alle avventure di Harry Potter, con antenati di personaggi ben noti a chi ama la saga e accenni a eventi futuri rispetto a quelli del gioco.
Il gioco include una componente ruolistica molto semplificata mediante i punti talento, da investire in cinque alberi abilità ma senza la possibilità di costruire vere e proprie build in base a uno stile specifico. Troviamo, inoltre, la possibilità di cambiare l’intero abbigliamento e i relativi bonus in termini di attacco, difesa o altro, come ad esempio i danni inflitti contro determinati nemici o servendosi si particolari incantesimi. Proprio questi ultimi saranno i veri protagonisti durante gli scontri e le fasi di esplorazione, e ne sbloccheremo sempre di più seguendo la storia e gli incarichi aggiuntivi secondari che, di volta in volta, gli insegnanti di Hogwarts decideranno di assegnarci per metterci in pari con gli altri studenti.
L’open world messo a disposizione dal gioco non si discosta da quanto è possibile osservare in altre opere celebri, ispirate inevitabilmente al modello creato da Ubisoft con Assassin’s Creed e Far Cry. Qui però non ci sono fetch quest inutili messe solo come riempitivo per aumentare le ore di gioco: ogni missione, esplorazione o scoperta che faremo verrà ricompensata con dei bonus di vario tipo, oltre a contribuire al completamento della nostra enciclopedia personale del mondo di gioco. Nessuna azione è fine a sé stessa e inevitabilmente saremo spinti ad affrontare missioni secondarie, esplorare in lungo e largo il castello di Hogwarts, le terre circostanti e il villaggio di Hogsmeade. Ogni angolo di mappa può nascondere un mistero, un passaggio segreto che per essere svelato richiederà un particolare incantesimo o un enigma da risolvere.
Il famoso centro abitato della saga, situato appena fuori dal castello di Hogwarts, sarà il nostro punto di riferimento per il potenziamento della scopa volante e l’acquisto di tomi magici, semi per le piante di erbologia, ingredienti per le pozioni e quant’altro. Anche dopo 10/15 ore continueremo a scoprire nuove meccaniche di gioco e di crafting, con persino la possibilità di catturare creature del mondo magico per poterle poi accudire o farle riprodurre, ottenendo risorse di fondamentale importanza per potenziare l’equipaggiamento. A più riprese emerge la passione del team di sviluppo per il Wizarding World, rendendo per molti versi Hogwarts Legacy un sogno a occhi aperti: è impossibile non notare la cura maniacale riposta sia nei contenuti che nella narrazione, che mantengono una coerenza totale con l’opera originale.
Un aspetto che dai primi video preoccupava particolarmente era senza dubbio il combat system, con la costante impressione di trovarsi di fronte a battaglie estremamente semplificate e poco variegate. Contro ogni aspettativa, invece, il sistema di combattimento di Hogwarts Legacy si dimostra estremamente divertente e strutturato, divenendo sempre più ricco man mano che si prosegue nell’avventura, grazie all’apprendimento di nuovi incantesimi e conseguentemente nuove combinazioni per concatenarli al meglio tra loro. Questo si traduce in combattimenti che per certi versi possono ricordare quanto visto nei Batman Arkham col free flow e successivamente in altri esponenti del genere come Marvel’s Spider-Man, ma in questo caso è presente una maggior componente strategica, oltre a un ritmo degli scontri leggermente più ragionato.
Da non dimenticare poi la possibilità di optare per un approccio stealth, sfruttando l’incantesimo d’invisibilità (che richiederà sempre attenzione per non essere scoperti) in combinazione con l’incantesimo di pietrificazione dei nemici, per neutralizzarli sorprendendoli alle spalle. Spiace per l’assenza di un sistema morale vero e proprio, che impedisce di diventare un vero e proprio mago oscuro ricorrendo alle maledizioni senza perdono.
Hogwarts Legacy è un titolo dalla quantità di contenuti a tratti soverchiante, ma ha il vantaggio di mostrarli senza fretta, così che anche dopo molte ore di gioco ci saranno cose nuove da scoprire e imparare. Allo stesso tempo, non mancano assolutamente spiegazioni (anche estremamente dettagliate) sul mondo di gioco, i personaggi e ogni altro elemento, utili a rendere il tutto godibile anche per chi si avvicina per la prima volta al Wizarding World.
Da un punto di vista meramente tecnico ci sono diverse cose da puntualizzare. Hogwarts Legacy nasce come progetto cross-generazionale, sfruttando un rodatissimo Unreal Engine 4; dopo il debutto su PC, PS5 e Xbox Series X|S, il gioco arriverà su Xbox One e PS4 a maggio, e infine su Nintendo Switch a novembre. In fase di recensione ho avuto modo di giocare il titolo nella sua versione Xbox, alternando Series X e Series S. Il colpo d’occhio è assolutamente positivo, con una ricostruzione fedelissima dei vari ambienti del mondo potteriano e la presenza, oltre al ciclo giorno/notte (che ha effetto anche sulla fauna di gioco), anche delle quattro stagioni, che cambieranno con l’avanzare del racconto principale. Nonostante un open world decisamente vasto la resa finale è quindi promossa, con una realizzazione degli interni del castello che spicca su tutto il resto. L’unica vera nota dolente riguarda la modellazione dei volti, in alcuni frangenti più arretrata rispetto ad altri aspetti dell’opera.
Parlando di numeri e opzioni disponibili c’è molto da dire: con console connessa a un classico monitor o tv in 1080p e 60Hz, Hogwarts Legacy consente di alternare la modalità Fedeltà a 30fps e quella Performance con frame rate praticamente doppio, intervenendo su dettaglio e risoluzione (4K su Series X e 1440/1080p su Series S) con la possibilità (esclusivamente sull’ammiraglia di casa Xbox) di una modalità Ray tracing a 30fps, rinunciando a qualche pixel in termini di risoluzione rispetto alla controparte Fedeltà.
Collegando la console a un output a 120hz e con supporto al VRR/Freesync Premium la situazione cambia drasticamente, con la possibilità di optare per soluzioni intermedie, come i 40 frame al secondo (già visti in titoli come God of War Ragnarok e Horizon Forbidden West) o addirittura puntare al frame rate sbloccato, andando oltre i 100 o più. Qualsiasi pannello abbiate, il gioco consente quindi di sfruttarlo appieno in base alle vostre preferenze, il che non è affatto scontato considerando che parliamo della versione console.
Presente il supporto all’HDR, implementato a dovere con tanto di menu dedicato, che consiglia ai giocatori di sfruttare HGiG per far comunicare al meglio console e pannello, semplificando il processo di calibrazione. Hogwarts Legacy è, infine, completamente doppiato in italiano, con voci convincenti e credibili, accompagnate da una colonna sonora originale che rimanda continuamente ai famosi temi presenti nei film di Harry Potter. Notevole anche il lavoro compiuto sugli effetti sonori, in particolar modo per gli incantesimi e l’utilizzo di altri strumenti magici.
Hogwarts Legacy trabocca di passione per il Wizard World in ogni frame, facendo inevitabilmente la gioia di tutti coloro che da almeno una ventina d’anni attendevano un videogioco così attento al materiale originale. L’opera di Avalanche Software riesce nella sua impresa, pur non essendo priva di qualche difetto come l’assenza di un sistema di moralità, una struttura open world piuttosto classica e qualche minima imperfezione tecnica. Tuttavia si tratta davvero di un sogno che diventa realtà per i fan e allo stesso tempo è un ottimo punto di partenza per chi non ha mai visto o letto Harry Potter. La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts attende solo voi!
Un ringraziamento speciale a WB Games
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