Già dalla sua cupa copertina, Grim 1: Non temere il mietitore ci presenta una donna dal volto metà umano e metà scheletrico, attorno al quale sembra avvolgersi la lama eterea di una falce. Si tratta di Jessica Harrow, uno dei tantissimi mietitori che lavorano per la Morte: lei traghetta le anime fino alla loro destinazione finale, prendendole dal mondo dei vivi nel momento in cui smettono di farne parte.
Jessica però non è come tutti gli altri mietitori, non ricorda la sua vita passata e soprattutto non ricorda come sia morta. A questo si aggiunge un altro aspetto interessante: quando un’anima, disperata, le ruba la falce per tornare indietro e incontrare per un’ultima volta la fidanzata, Jessica viene vista nel mondo dei vivi. Eppure, nessun mietitore potrebbe essere visto da un essere vivente.
Jessica è ben consapevole di essere diversa e si pone costantemente domande sulle sue origini. Nel frattempo, l’orologio inizia a ticchettare e anche un altro importante pezzo della scacchiera si mette in movimento: la Fine. Inesorabile, gigantesca, inarrestabile, si avvia per prendere Jessica e ristabilire quello che definisce “equilibrio“.
La caratterizzazione dei personaggi di Grim 1 si mostra vincente fin dall’inizio: sia i principali che i secondari riescono a emergere, ad essere riconoscibili e memorabili con tutte le loro differenze. Ognuno ha la sua identità e agisce anche sullo sfondo con un motivo preciso, arricchendo la storia con le sue peculiarità. Ciascun ingranaggio, seppur piccolo, manda avanti la trama.
Questo primo volume prospetta l’inizio di una storia interessante, pianta i semi per varie sottotrame che incuriosiscono il lettore spingendolo a proseguire la lettura. Questo è dato da un sapiente lavoro da parte della sceneggiatrice Stephanie Phillips, che appunto non trascura quelle apparenti piccolezze che introducono storie nelle storie, allungando la narrazione senza però appesantirla.
Il comparto grafico asseconda perfettamente la narrazione: i disegni di Flaviano, sia per il tratto che per le varie strutture date alle griglie delle tavole, sono al completo servizio del ritmo della storia e del carattere dei personaggi. Sfondi e particolari sono ben curati e ogni piccolo dettaglio, specialmente per quanto riguarda l’espressività dei personaggi, contribuisce ad aumentare l’empatia del lettore. Le scene dinamiche non perdono mai il focus: anche lette velocemente, nella foga di un combattimento o di una fuga, non sono mai caotiche, si capisce sempre chi sta facendo cosa e la narrazione non subisce mai dei rallentamenti, proseguendo fluida.
I colori di Rico Renzi la fanno da padrone fin dalla copertina: sapientemente scelti sia nella loro forma piena che nelle sfumature, sono ciò che permette di comprendere appieno i luoghi dove si svolgono le vicende, l’umore dei vari protagonisti e anche gli eventi che accadono. Grazie a luoghi irreali e personaggi esoterici, magici, fuori dal mondo, i colori possono permettersi di spaziare fra tinte cupissime e colori accesi, così da formare dei contrasti ben amalgamati. Questo permette specialmente di far emergere i personaggi dal contesto in cui agiscono, che si tratti di Jessica nel suo mondo da mietitore o anche i suoi compagni.
Grim 1: Non temere il mietitore è un promettente primo volume che in sé racchiude adrenalina, ottime sequenze dinamiche e una storia che ha tanto da dire e tiene il lettore incollato alle pagine. Nel suo essere apparentemente “solo” horror, il fumetto nasconde tante tematiche e offre livelli di lettura più profondi, lasciando intravedere emozioni e colpi di scena ancora più forti nei prossimi volumi.
Un ringraziamento speciale a SaldaPress
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