Da piccoli non vorremmo altro che diventare adulti, da adulti non vorremmo altro che tornare bambini. Gli anglosassoni direbbero “don’t grow up, it’s a trap”. Per una prima, breve parte della nostra esistenza ci viene costantemente ripetuto che non possiamo fare questo e non possiamo fare quello perché non siamo abbastanza grandi, e quindi non vediamo l’ora di uscire dalla versione freemium della vita per accedere a quella completa, ignorando però tutte le clausole nascoste e il fatto che non esista alcun libretto di istruzioni.
È qui che interviene Nicolò Targhetta con il suo Manuale di sopravvivenza all’età adulta, pensato come “la guida definitiva per gestire la parte brutta della vita”. Dunque problema risolto? Finalmente abbiamo nero su bianco e in elegante copertina rigida le indicazioni su come essere dei perfetti adulti, dei meccanismi infallibili della società? Ovviamente no, ma in circa 220 pagine questo volume ci permette quantomeno di capire che in fondo siamo tutti sulla stessa, miserabile barca, e vivercela più serenamente.
Dopo un’introduzione e un’avvertenza che ci lasciano già immergere in quell’atmosfera da “non so bene se ridere o piangere” che permea tutto il libro, quello che ci si para davanti è a tutti gli effetti un manuale (seppur sui generis), dedito a sviscerare diverse aree critiche dell’età adulta, come il lavoro, la vita sociale e le abitudini alimentari, senza dimenticare gli strumenti essenziali da portare sempre con sé. In tutto ci sono 7 capitoli, l’ultimo dei quali però lo considererei un po’ un extra, essendo una raccolta di brevi storie come quelle che l’autore pubblica abitualmente sul suo profilo social Non è successo niente.
Con grande stile, un’ironia eccezionale e particolari strizzate d’occhio ai Millennial (essendo la sua generazione), Targhetta affronta gli aspetti più tragicomici dell’essere adulti ricordandoci sempre l’importanza di non prendersi troppo sul serio, errore in cui è facilissimo cadere passata una certa età. Infatti c’è chi da un certo punto in poi decide di vestirsi formale e recitare impettito la parte del perfetto adulto, convincendosi quasi di essere già nato così, ma la verità è che siamo tutti meno sicuri di quanto vogliamo apparire. C’è anche l’altro lato della medaglia, che consiste nel non voler crescere mai. Ecco, il fine ultimo di questa guida non è tanto fornire delle soluzioni (che il più delle volte semplicemente non esistono), quanto metterci davanti a uno specchio e farci capire che in questa dantesca selva oscura fatta di ansie e timori non siamo soli. “Nessuno di noi ha capito niente di niente“, ed esserne consapevoli è fondamentale per mantenere il più possibile un certo equilibrio.
Vedete? Da buon trentenne anch’io mi sono fatto prendere facilmente la mano dai discorsi seri, ma per quanto molte difficoltà dell’età adulta qui riportate siano concrete, questo libro più di ogni cosa fa piegare in due dalle risate. Davvero, non ricordo l’ultima volta che un testo scritto mi abbia fatto ridere in maniera così deliziosamente sguaiata, con un effetto che definirei quasi catartico. Sono anche rimasto colpito dalla creatività con cui sono state trattate alcune sezioni, come quella dei lavori, rappresentati come schede personaggio di un GDR. Il tutto poi è accompagnato (come ogni manuale che si rispetti) da delle illustrazioni, in questo caso di Gra.phichette, che in qualche modo è riuscita a dar forma anche ai peggiori deliri di Targhetta, su tutti l’atlante zoologico dei fallimenti.
Manuale di sopravvivenza all’età adulta non è la guida che meritiamo, ma quella di cui abbiamo bisogno. La prima cosa che ho pensato terminandone la lettura, è che forse con un libro del genere a mia disposizione avrei potuto affrontare in maniera meno traumatica l’arrivo degli -enta, ma a questo punto lo conserverò preziosamente per il sopraggiungere degli -anta. Una volta in vostro possesso vi chiederete come avete fatto senza fino ad oggi, e sarà sempre lì pronto ad essere consultato ogni volta che vi sentirete persi nella vita adulta, per aiutarvi a trovare la via o darvi semplicemente un po’ di sollievo.
Un ringraziamento speciale a BeccoGiallo
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