Prendete la letalità di un Terminator, la spietatezza di The Punisher e lo spirito di Rambo: mescolate il tutto ed aggiungeteci eleganza ed un pizzico di poesia… ecco a voi il cocktail per ottenere John Wick.
A tre anni dal buon successo commerciale e di critica del primo capitolo, Keanu Reeves torna nelle vesti di John Wick: stessa regia, stesso sceneggiatore, stesso cast… dopotutto dovrebbe essere sempre così: squadra vincente, non si cambia!
Questo Capitolo 2 riprende esattamente da dove eravamo rimasti, con la questione in sospeso nella precedente pellicola, e procede introducendo il doppiogiochista Santino D’Antonio (Riccardo Scamarcio – oddio, ma devono necessariamente dare agli italiani dei nomi così brutti e fintamente stereotipati?!). Sarà lui a bussare alla porta del protagonista, e spingerlo verso un’ultima (??) missione nientepopodimeno che nella nostra Roma, che John non può assolutamente rifiutare. Questo è l’incipit, ma gli sviluppi della storia non saranno pochi.
John Wick: Capitolo 2 permette agli spettatori di approfondire molti concetti solamente accennati nel primo film, mostrandoci a 360° il mondo di John Wick, un mondo popolato da killer sotto mentite spoglie, dove l’Hotel Continental è quasi un’istituzione, sparsa con sedi anche oltreoceano. John è soltanto alla ricerca di pace, per se e per il suo unico fido amico a quattro zampe, ma in un mondo così non c’è pace per gente come lui, e in un modo o nell’altro sarà costretto a ritornare sempre in pista, o per motivi fortuiti… o perché il passato non è mai del tutto passato.
C’è molta Italia nella pellicola, ma nonostante tutto -e le dovute ”paure”- nessuno in fin dei conti sfigura, a partire da Roma (magica, bella… e pulita, come solo nei film Americani può essere), per proseguire con Claudia Gerini -ristretto ma intenso il suo minutaggio- e concludere con la “guest-star” Riccardo Scamarcio, a tutti gli effetti uno dei più rilevanti personaggi della trama, che dimostra di essere molto più bravo nel recitare… che non nel doppiarsi! Piacevolissima anche la presenza di Franco Nero, qualcosa di più di un cameo per lui, ma mai banale, come non lo fu anche in Django Unchained. A seguire, come già detto, ritroviamo il vecchio cast, dal buon Aurelio (John Leguizamo), Charon (Lance Reddick), impeccabile receptionist del Continental, e l’immancabile Winston, Direttore del Continental, portato in scena ovviamente da Ian McShane, per un ruolo cucitogli su misura. Winston è uno di quei personaggi di cui vorremmo sapere sempre di più, ma probabilmente se si dicesse troppo perderebbe quel fascino misterioso di chi, con ordine e poche fondamentali regole, dirige l’unica zona franca per killer professionisti: il Continental è la Svizzera, Winston è la Svizzera… bella, pulita, accogliente, ma anche intransigente.
Un merito va assolutamente riconosciuto a questo Chapter 2: non ha paura di esagerare. Tutto ciò che vediamo è direttamente proporzionale al mondo in cui vive il protagonista; sparatorie normali come portare a spasso il cane, codici d’onore intoccabili (pena la morte), pugni e calci in faccia come se non ci fosse un domani, e sangue… tanto sangue, con relativi primi piani, per non lasciare nulla all’immaginazione! Dunque, troppo esagerato? Chi può dirlo, dipende da voi, ma per ciò che vuole essere il film, per nulla affatto.
Rimanendo in tema, il solito plauso lo meritano le coreografie delle scene d’azione, sempre impeccabili e perennemente accompagnate da una fotografia simil-dark e un sonoro volutamente martellante ad incrementarne la spettacolarità; tutto molto bello, e se magari alcune scene in questione non fossero tanto prolungate, lo sarebbe leggermente di più. Note di merito per due sequenze in particolare: la prima -nella prima parte del film-, durante la fase preparatoria all’azione, caratterizzata da un montaggio frenetico ed incalzante, la seconda -nell’ultima parte-, un combattimento che ha per location una sala piena di specchi: tensione alle stelle!
Non ho parlato fino ad ora di villain, ed un motivo c’è: a differenza del suo predecessore, questo sequel ha sviluppi di trama che permettono a chiunque di essere un potenziale cattivo. Nulla è scontato, chiunque potrebbe rivoltarsi contro John, e lui lo sa. Questo è ciò che rende John Wick: Chapter 2 gradevole e coinvolgente tanto quanto il primo; come ovvio che sia, si è persa l’ “emozione” della prima volta e molto, dato anche il genere, sa di già visto, ma il merito della pellicola è quello di non aver voluto propinare al pubblico un sequel-fotocopia (come accaduto in passato per Taken). La novità è quella di aver creato un mondo totalmente inedito in cui ambientare le avventure del protagonista, un mondo del quale sapevamo ben poco nel primo capitolo e che adesso abbiamo imparato a conoscere, grazie anche ad altre figure volutamente non citate, tutte da scoprire ed approfondire.
Lo sforzo creativo c’è stato, e uno sforzo ancor maggiore dovrà essere fatto per il terzo capitolo, inevitabile conclusione di una trilogia che possiede tutti gli elementi per diventare un piccolo cult di genere. Nulla fino ad adesso è stato annunciato, ma visto il responso di pubblico e critica, ed il finale tutt’altro che chiuso, l’annuncio del Capitolo 3 sicuramente non tarderà ad arrivare.
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