Dylan Dog 368 – Il passo dell’angelo

Dylan Dog 368 - Il passo dell'angelo

Fu in occasione della recensione de “Il fumo della battaglia”, precedente albo di mr. Simeoni, che i vostri cagnacci ricevettero una delle prime piacevolissime e soddisfacenti sorprese che hanno poi reso il nostro piccolo percorso così speciale: l’intervento, appunto, dello stesso sceneggiatore. Il sottoscritto commentò la storia in maniera non proprio gentile, trovandosi abbastanza imbarazzato di fronte a un Simeoni che umilmente veniva a “correggere” quelle che secondo lui erano le prospettive. Ebbene, spero che legga anche questa recensione, perché stavolta ci troviamo di fronte a un gran bel colpo!

La trama de “Il passo dell’angelo” stupisce anzitutto per la sua linearità e semplicità e, in parallelo, per la sua ricchezza di contenuti. Una storia perfettamente funzionante che affonda le sue radici nel passato nazista, mescolando l’infame e folle “ideologia” con danza, amore ed altro, in un cocktail assolutamente gustoso e funzionale. Vera teorica protagonista dell’albo, annunciata peraltro dal RRobe nell’editoriale, il sergente Raina, personaggio di grande carisma che finora abbiamo potuto conoscere molto poco. Devo ammettere che le rivelazioni annunciate e sbandierate dal curatore come essenziali e cruciali non mi hanno colpito particolarmente, ad eccezione di quella della penultima pagina, che ovviamente non vi spoilero, ma ciò non toglie assolutamente spessore ad una storia, voglio ripeterlo, di una fruibilità piacevolissima, in cui in tutta onestà l’unico “difetto” è il gap logico nella comparsa di una creaturaccia saprofita, che peraltro esce da una casa sfondando una porta quando poi la sergente parlerà di “manomissione”, come se i vetri all’esterno della casa (e non all’interno) non smentiscano clamorosamente la tesi di un ladro, tesi che liquida la faccenda quando Raina informa la proprietaria. Poco convincente, volendo essere proprio severi, anche il siparietto di gelosia tra la suddetta e una studentessa del college, scenario degli eventi principali, complice anche un imbarazzo di Dylan costruito in maniera forse un po’ superficiale e che lo fa sembrare più un adolescente impacciato che l’uomo fatto e finito che dovrebbe essere – con tutte le donne che ha avuto! Ma il suo esser “farfallone”, e quindi un po’ immaturo sull’argomento, è argomento già alquanto sviscerato, quindi chiudiamo un occhio. Nessun’altra particolare osservazione da fare, quindi, per questa storia di gran caratura, che vi raccomando a gran voce anche per i disegni ben fatti, forse un po’ “simpatici” per chi come me preferisce i tratti più macabri e oscuri, ma comunque tecnicamente notevoli (per quel po’ che ne capisco!). A presto, divoratori di carcasse!

Dolan Dox

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4 cagnacci rognosi al seguito di Mr. Dog pronti a parlare con voi d'orrore, d'amore, d'umore, d'autore, di fantasia, d'irrealtà, di sogni, incubi...

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